A circa un mese dall'insediamento delle nuove Camere (ed al via delle commissioni permanenti, appena formate) siamo su un pieno parallelismo di ddl pendenti, nei due rami del Parlamento, per materie di diretto interesse per la professione forense.
In attesa di poter leggere i testi di tutti i ddl (non sono ancora disponibili, almeno on line) si possono comunque formulare alcune osservazioni.
In primo luogo si può notare che sia alla Camera che al Senato sono pendenti disegni riguardanti genericamente la riforma delle professioni: S 177 (Castelli), S 359 (Pastore), C 3 (iniziativa popolare), C 230 (Russo) e C 503 (Siliquini).
La speranza è ovviamente che si possa ripartire senza incappare nuovamente nello stallo subito per le due precedenti legislature su alcuni principi di fondo riguardanti le professioni in genere: per quanti ci riguarda in primo luogo vi è l'auspicio che possa rimanere fermo il principio conquistato proprio sul finire della scorsa legislatura: la professione forense, per la sua peculiarità - di rango costituzionale - non può essere assimilata ad alcuna altra professione, con necessità di mantenere in essere un Ordinamento forense completamente autonomo.
Si giunge dunque al punto centrale: la riforma dell'ordinamento forense, ormai riconosciuto come passo ineludibile ed urgante.
Abbiamo già le proposte: S. 72 (Legnini) e C. 1004 (Pecorella) il titolo è assolutamente identico e cioè Riforma dell'ordinamento della professione di avvocato...vedremo, poi, in concreto i contenuti...
Certamente uno dei punti nodali della riforma riguarda l'accesso: ecco che anche in questo caso abbiamo un ulteriore parallelismo: S. 601 (Giuliano) e C. 420 (Contento), vale a dire tentativi (dei quali, pure, non si conoscono i contenuti) di pervenire rapidamente ad una riforma dell'accesso a prescindere dalla (inevitabilmente più lenta?) riforma generale.
Da segnalare l'iniziativa "singolare" (ma potrebbe essere di assoluto interesse!) S 211 (Cossiga) riguardante l'introduzione di una scuola superiore per le professioni legali (intendendosi con esse avvocato magistrato e notaio); personalmente da tempo auspico, più che una formazione comune una disciplina comune, nel senso che soltanto con un'Autorità terza tra questi soggetti si potrebbe pervenire ad un effettivo controllo sul comportamento di tali soggetti (perchè la giurisdizione domestica...è domestica!)
Infine alcune considerazioni numeriche sulle Commissioni Giustizia di Camera e Senato (ricordando in generale la folta ed importante rappresentanza di avvocati in tutto il Parlamento ed anche nel Governo).
Alla Camera 44 componenti, 24 avvocati (17 di maggioranza) e 5 magistrati (due di maggioranza). Presidente avvocato.
Al Senato 25 componenti, 16 avvocati (11 di maggioranza) e 7 magistrati (uno di maggioranza). Presidente avvocato
Ed un invito: Illustri Colleghi parlamentari, ci vogliamo dare una mossa, con una mano sulla coscienza di avvocato?
Oggi 30 maggio debbo aggiornare il post: ho infatti notato che ieri è stata presentata la proposta di legge S 711 Casson dal titolo: "Disciplina dell'ordinamento della professione di avvocato"
Sono curioso (ed un po' timoroso) di leggere il testo...l'inizio del titolo "disciplina"!!! è inquietante ed anomala la presentazione per mano di un magistrato...staremo a vedere...in stato di allerta!!!
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