In Italia fino a che non ci sarà un bipartitismo moderno, capace di essere inevitabilmente caratterizzato dall'apertura democratica delle due sponde alla società civile, ci sarà sempre un governo di coalizione dove qualcuno potrà tenere in scacco qualcun altro e, dunque, un sostanziale immobilismo, con impossibilità di portare avanti riforme strutturali dello Stato.
Le elezioni europee hanno dimostrato la vocazione di molti a ricostruire piccoli partiti per eccesso di posizioni individualistiche, ma al tempo stesso come la più antica democrazia (la Gran Bretagna) possa tranquillamente mantenere un governo in piedi fino alla sua scadenza naturale, nonostante la chiara sconfitta subita.
Un governo deve poter governare comunque per la durata costituzionale del suo mandato, sia pure con lo stimolo continuo a far meglio, per le sollecitazioni dell'opposizione e recependo eventuali segnali dalle elezioni intermedie che possano svolgersi durante il suo mandato.
No a qualsiasi governo che debba procedere ogni giorno dovendo fare i conti con un qualsiasi pezzetto della propria maggioranza.
Dunque, reso vano (alla fine tutta la politica era contro, per i più svariati motivi) il referendum del 21-22 giugno 2009, deve rimanere il dibattito su come pervenire ad una matura democrazia dell'alternanza!
Ho aperto un gruppo anche su facebook dal medesimo titolo, per tenere alto il fronte su questa necessità!
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