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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

lunedì 7 dicembre 2009, 14.15.42 | danielechiezzi
Da penalisti siamo letteralmente allibiti; vedere al seguente indirizzo per credere:
http://www.camerepenali.it/NewsDetail.aspx?idNews=11135&progr=0

Ci troviamo a leggere nelle varie cronache la seguente affermazione:
"Ho rimesso il mandato difensivo per la signora Elena Pesce. Considero concluso il mio impegno professionale nella fase dell'urgenza. Sono padre di un bambino di 18 mesi - ha detto l'avvocato - e preferisco, adesso che è arrivato il momento di sporcarsi veramente le mani, di lasciare l'incarico. Lo faccio in scienza e coscienza. Mio figlio solo per un caso non è stato iscritto a quell'asilo".
Ancor più allibiti leggiamo note di plauso a tale scelta.
Sono padre anch'io e ricordo con assoluta vicinanza temporale e mnemonica i momenti in cui mio figlio andava all'asilo, per di più privato, come quello di Pistoia.
Ma sono avvocato penalista, che si sente totalmente attratto ed indirizzato nel principio costituzionale sancito dall'Art. 24, comma due, della Costituzione: "La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento"
Come se non bastasse l'Art. 111 della Costituzione sancisce che: "La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge".
Non solo, dunque, è necessario "sporcarsi le mani", bensì è fondamentale: in primo luogo per evitare il degrado della giurisdizione a giustizia sommaria; in secondo luogo per evitare che una pena, da giusta ed equa, si trasformi in punizione disumana, iniqua, incivile vendetta, "esemplare" sanzione "giustizialista" da dare in pasto alle masse inferocite da placare barbaramente!
Il ruolo del difensore, soprattutto nel processo penale, è legittimazione stessa dello Stato nell'imporre una pena.
Lo ricorda l'amara vicenda del processo alle BR di Torino, costato la vita all'Avv. Fulvio Croce (all'epoca presidente dell'Ordine avvocati di Torino, nominato difensore d'uffico - pur civilista - nel detto processo il 24 maggio 1976), ucciso sotto il proprio studio il 28 aprile 1977: i brigatisti non volevano difensori rifiutando il processo di uno Stato che non riconoscevano come legittimo; i difensori che accettarono il loro ruolo garantirono non solo la legittimità del processo, ma anche i giusti risultati, che non potevano equivalere a generica, indiscriminata, massima condanna per tutti!
Nel momento storico in cui - da ben altri fronti - si ha delegittimazione (o tentativo di) della giurisdizione in Italia, ancora una volta il ruolo del difensore è ineludibile, proprio per garantire legittimazione, legalità e giustizia della decisione finale.
E' ancor più necessario "sporcarsi le mani", dunque, tanto per l'interesse generale che per quello particolare, perchè in uno Stato degno di qualificarsi Stato di diritto non può esistere delitto - sia pure il più efferato od abietto immaginabile - che non consenta al reo di avere la migliore difesa possibile.

Il giudice potrà e dovrà emettere condanna in caso di responsabilità accertata, ma qualsiasi condanna sarà giusta soltanto se sarà stato possibile esaminare la vicenda a tutto tondo, prendendo in considerazione anche i minimi elementi utili ed utilizzabili da parte della difesa.
Perchè qualsiasi decisione presa "a prescindere", anche se - per ipotesi - sostanzialmente giusta, sarà sempre frutto di profonda ingiustizia se resa al di fuori delle regole di legalità del percorso processuale.

Quanto più le nostre mani di difensore si saranno "sporcate" con le vicende dei propri assistiti e tanto più saranno puri i nostri cuori e libere le nostre menti, perchè avremo garantito decisioni secondo giustizia!

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