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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

lunedì 31 agosto 2009, 20.21.45 | danielechiezzi
Ancora una volta il Ministro della Giustizia è tornato sul tema carceri, evidenziando la volontà di costruire nuovi istituti e ribadendo la ferma opposizione a qualsiasi ipotesi di provvedimenti di clemenza.
Sia chiaro: personalmente sono contrario ai provvedimenti di clemenza e tanto più se "lanciati" nel bel mezzo della calura estiva, senza alcuna idea di un complessivo riordino del sistema sanzionatorio penale ed in particolare dei meccanismi indispensabili per ottenere quanto più possibile la reintegrazione sociale dei condannati.
Oggi, ancora una volta, si ha l'impressione di una totale mancanza dell'approfondimento necessario per un tema tanto delicato: come portare i condannati a pene detentive effettive ed una compiuta reintregrazione sociale, evitando i rischi di ricaduta in attività delittuose.
Eppure i dati da esaminare ci sono e sono clamorosamente semplici da leggere: i soggetti che hanno potuto beneficiare delle misure alternative al carcere hanno una percentuale di recidiva bassissimo!
Mentre coloro che hanno scontato anni di detenzione in carcere, per poi ritrovarsi improvvisamente liberi (per fine pena od altro), hanno sviluppato mediamente una elevata propensione alla recidiva...con eccezione per quei detenuti (purtroppo pochi, ma non per loro colpa!) che dentro al carcere (determinati istituti di pena da considerare "d'eccellenza") hanno potuto imparare un mestiere ed iniziare un lavoro.
E' necessario spiegarli tali dati? Non mi pare! E' fin troppo ovvio che chi viene supportato in un percorso di reintegrazione ha una ben più elevata possibilità di uscire dal triste (corto) circuito: delitto-carcere-delitto...
Chi fino ad oggi ha potuto sopravvivere soltanto compiendo attività illecite ben difficilmente è in grado di fare altro, senza un aiuto altrui...
Ma la politica in questo momento, più che apparire miope si mostra così strabica da guardare nella direzione sbagliata, mettendo ogni giorno sempre più ostacoli alla possibilità di reintegrare (come imporrebbe la Costituzione!) i condannati.
E non c'è solo il problema carcere: ad esempio con l'ultimo "pacchetto sicurezza" si impone la revoca della patente di guida a chi si è macchiato di gravi delitti...ma poi, senza patente, molti mestieri leceti non si possono fare...
Purtroppo, sempre più la reazione contro il crimine del momento è "epidermica", se non "di pancia"; certamente non da Stato di Diritto, che dovrebbe ragionare in termini di ricaduta effettiva dei propri provvedimenti normativi, secondo l'ottica di maggior cooperazione ed integrazione fra propri consociati...
Insomma: sempre più carcerati e sempre più considerazione dei medesimi quali "vuoti a perdere"...ma la storia insegna che creare "scorie", anzichè un virtuoso programma di recupero e reintegrazione nel circuito produttivo, porta solo maggiori danni permanenenti a tutto il sistema Stato, in tutte le sue componenti (Nazione e Territorio in primo luogo)...esattamente come accade con i rifiuti!

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