Avvocati: dibattito sui numeri e sulla riforma
Per chi segue e/o partecipa ai commenti dei miei vari post rilancio subito la mia convinzione sul dato numerico falsato da fasce di evasione fiscale (e conseguentemente previdenziale) e quindi sulla necessità di introdurre limiti reddituali - con le dovute eccezioni, sulle quali non voglio ripetermi - non solo (come già c'è) per l'obbligo di iscrizione alla Cassa di Previdenza, ma anche per l'iscrizione all'Albo.
E' infatti appena arrivato l'ultimo numero di Modello 5, periodico della Cassa che esce in abbinamento con Italia Oggi, contenente i dati dichiarati alla Cassa al 31 ottobre 2010 per l'anno 2009.
Primo dato nella fascia di età da 30 a 49 anni vi è circa il 40% della popolazione italiana, ma vi è quasi l'80% dell'avvocatura italiana.
Secondo dato solo la regione Calabria ha 6 avvocati per mille abitanti, solo le regioni Puglia Campania e Lazio hanno 5 avvocati per mille abitanti, l'Abruzzo ne ha 4,2, la Sicilia 3,9, la Basilicata 3,8 la Liguria 3,6, l'Umbria e le Marche 3,1, tutte le altre abbondantemente sotto a 3, fino ai minimi di Trentino Alto Adige 1,5 a Valle d'Aosta 1,3.
Il reddito medio in euro più basso per gli uomini è quello degli avvocati di Molise e Calabria: 31.000, Lombardia e Alto Adige hanno redditi medi sopra a 100.000; per le donne 17.000 Molise e Basilicata da una parte e 46.000 Alto Adige e Trentino 42.000
Per aree geografiche: Nord UOMINI 87.000 DONNE 35.000; Centro 73.000 e 29.000 Sud e Isole 41.000 e 20.000
Ora è evidente che vi sia un decremento reddituale tra le aree del Nord e quelle del Sud, anche per fattori demografici ed economici.
Ora è evidente che vi sia un decremento reddituale tra le aree del Nord e quelle del Sud, anche per fattori demografici ed economici.
Ma quando mi si dice che un presidente di un Ordine Avvocati del Sud guadagna a malapena 1500 euro il mese c'è qualcosa che non torna nel sistema.
E credo che il primo dato da evidenziare è che l'incidenza dell'evasione fiscale e previdenziale sia inversamente proporzionata ai redditi dichiarati.
E non credo di scoprire nulla di nuovo!
E rimango dell'idea che sarebbe sacrosanto imporre, dopo tot anni di professione, un reddito minimo per rimanere iscritti e poter esercitare; reddito quanto meno non inferiore a quello oggi imposto dalla Cassa di Previdenza per la continuità professionale ai fini previdenziali; dato imposto comunque notevolmente inferiore ai redditi medi dichiarati alla Cassa anche nella regione Molise, magari distinguendo uomini e donne, essendo innegabili mille ragioni per le quali le donne siano - costrette? - a guadagnare di meno.
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