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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

giovedì 8 ottobre 2009, 16.41.02 | danielechiezzi
L'art. 68 della Costituzione è stato cambiato con legge costituzionale 29.10.93 n. 3 ed è profondamente ridotta la previsione dell'autorizzazione a procedere nei confronti dei parlamentari, essendo oggi limitata a: perquisizione, intercettazione di comunicazioni, sequestro di corrispondenza, arresto, detenzione, limitazioni in genere dello stato di libertà (salva peraltro l'ipotesi di sentenza irrevocabile di condanna o la flagranza di reato con arresto obbligatorio).
Non c'è più necessità di autorizzazione a procedere per processare un parlamentare...
La decisione di modificare l'art. 68 Cost. - presa sulla scia di un'onda emotiva determinata da "tangentopoli" , ma contrastante con i risultati (assai modesti, per non dire inutilmente dispendiosi e caricati di enfasi) di quel "capitolo storico-giudiziario" - ha rotto (si teme oggi definitivamente!) gli equilibri tra i poteri dello Stato.
Oggi c'è un potere - la magistratura - che si erge al di sopra della politica, condizionandone l'attività e dunque la ricaduta su tutti noi, impedendo le necessarie riforme (in primis in tema di giustizia, a cominciare dalla SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PUBBLICI MINISTERI) e bloccando qualsiasi progettualità di sviluppo.
Purtroppo ciò è reso possibile in primo luogo dalla "irresponsabilità" dei magistrati, che di fatto sono senza controllo e non temono ricadute personali qualsiasi decisione prendano a carico di chiunque.
Non è un problema di destra o di sinistra: tutta la politica è sotto "scacco" della magistratura (basta citare ad esempio il caso Abruzzo, CHE HA FATTO SALTARE IL GOVERNATORE DI CENTROSINISTRA, ed ora anche il caso Bari).
Ci vorrebbe un ripensamento totale della politica, il ritorno all'immunità parlamentare, il riequilibrio, per equidistanza, tra i poteri dello Stato.
Ma oggi l'opposizione in frantumi, anzichè pensare in un'ottica di governo, riproponendosi come alternativa politica "del fare", cade nelle sabbie mobili del "solo dire", valutando come possibile vittoria la sola "eliminazione di Berlusconi", non certo la capacità di governo del bene comune.
Abbiamo di fronte, dunque, la pastoia del "non fare" fatta di colpi e contraccolpi da una parte e dall'altra, che terranno la politica sempre più lontana dal senso nobile del suo originario significato etimologico.
Quanto fu grave quella scelta del 1993 e quanto graverà ancora sulle nostre sempre più fragili spalle!

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