Informazioni personali

La mia foto
Montepulciano, Siena, Italy
Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

mercoledì 14 ottobre 2009, 15.15.07 | danielechiezzi
Ogni giorno che passa sono sempre più sbalordito su questo tema...
Sembra proprio che coloro che dovrebbero seriamente occuparsi del problema "carceri e pene" si siano rifugiati su Marte (dove notoriamente non c'è vita e dunque non ci sono nè reati da reprimere, nè pene da scontare).
Siamo fermi secondo Pianeta Carcere al dato del 21 settembre (64.609 adulti reclusi, dei quali oltre il 37% di stranieri), ma attendo ogni giorno, con ansia, un aggiornamento.
Oltre 50 morti nel 2009, oltre la metà dei quali per suicidio, negli istituti di pena.
Condizioni di assoluta invivibilità. Riduzione ai minimi termini di tutte le attività, proprio per gli spazi ridotti e le ridotte (inevitabilmente, crescendo il numero delle presenze!) condizioni di sicurezza.
Chiunque parli dell'argomento (Berlusconi, Alfano, il Direttore del DAP) annuncia con enfasi "il piano carceri", con tempi di realizzazione non inferiori a due anni...
Ma il numero dei detenuti cresce ogni giorno e non esiste piano carceri che possa risolvere il problema nel lungo periodo.
Il piano vero deve essere di riforma della giustizia penale, prevedendo il carcere - nell'interesse di tutti - come soluzione limite, da riservarsi a percentuali modeste di condannati (e dunque assai inferiore alla capienza attuale)
Le infinite somme che secondo il piano carceri dovrebbero essere utilizzate per: costruire nuove disponibilità di accoglienza,  prevedere i costi di mantenimento in carcere (il recupero dei costi di detenzione a carico dei condannati è irrisorio) e per stipendi ad un numero superiore di guardie carcerarie, è pura follia.
Con i medesimi soldi stanziati si possono impiegare risorse umane e materiali per reintegrare i condannati nella società civile ed evitare il fenomeno delle recidive criminali.
In moltissimi casi la pena detentiva potrebbe essere assai più efficacemente sostituita con misure alternative alla detenzione (rendendo assai più elastici i criteri di individuazione ed applicazione); in molti altri casi assai più efficaci sarebbero condotte riparatorie da applicarsi quali pene principali diverse rispetto alla detenzione in carcere.
Questa sarebbe una corretta politica giudiziaria, non l'enunciazione di principi "a furor di popolo", che peraltro mai potranno condurre ad una effettiva soluzione di equilibrio tra il numero delle presenze medie in detenzione ed il numero dei posti effettivamente e congruamente (secondo principi umanitari e costituzionali) disponibili!

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono comunque filtrati