Dal Sole 24 Ore di sabato 18 luglio 2009, pagina 24
Titolo: "Per i magistrati divieto di iscrizione ai partiti"
Viene riportata, a margine dell'articolo, parte della sentenza Corte Costituzionale n. 224 del 2009:
"La Costituzione, quindi, se non impone, tuttavia consente che il legislatore ordinario introduca, a tutela e salvaguardia dell'imparzialità e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario, il divieto di iscrizione ai partiti politici per i magistrati: quindi, per rafforzare la garanzia della loro soggezione soltanto alla Costituzione e alla legge e per evitare che l'esercizio delle loro delicate funzioni sia offuscato dall'essere essi legati ad una struttura partitica che importa anche vincoli gerarchici interni. La norma impugnata ha dato attuazione alla previsione costituzionale" (segue)
Dall'articolo si ricava che il CSM, sezione disciplinare, aveva sollevato questione di costituzionalità su una delle norme cardine della riforma Castelli che prevede - appunto - come illecito disciplinare l'iscrizione di un magistrato ad un partito politico nonchè, distintamente, la partecipazione sistematica e continuativa all'attività di partito.
Commentino (mio) a tutto cio...
Ma il CSM - definito organo di "autotutela" dell'indipendenza ed autonomia della magistratura, com'è che aveva sollevato tale questione di legittimità costituzionale?
In teoria avrebbe dovuto ben accogliere detta norma, in quanto finalizzata, evidentemente, ad incrementare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati...
Invece il CSM ha impugnato la norma, evidentemente con l'intento di "salvaguardare" la possibilità per i magistrati di fare politica attiva...
Ma non è questa, forse, la "prova provata" che all'interno del CSM le correnti di ANM contino eccome?
E non è, dunque, la prova provata che ANM indirizzi politicamente l'organo di autogoverno?
E conseguentemente una ulteriore ragione - dimostrata - per spingere verso ulteriori riforme del sistema ed in primo luogo per giungere ad una vera e propria autonomia ed indipendenza dei giudici, tanto per iniziare separandoli costituzionalmente dai pubblici ministeri, che sono parte del processo...
Perchè questa è la prova provata che la vera indipendenza ed autonomia dei giudici non sia garantita dall'attuale struttura del CSM e che, dunque, la Costituzione, sul punto, debba ancora trovare piena applicazione...
"La Costituzione, quindi, se non impone, tuttavia consente che il legislatore ordinario introduca, a tutela e salvaguardia dell'imparzialità e dell'indipendenza dell'ordine giudiziario, il divieto di iscrizione ai partiti politici per i magistrati: quindi, per rafforzare la garanzia della loro soggezione soltanto alla Costituzione e alla legge e per evitare che l'esercizio delle loro delicate funzioni sia offuscato dall'essere essi legati ad una struttura partitica che importa anche vincoli gerarchici interni. La norma impugnata ha dato attuazione alla previsione costituzionale" (segue)
Dall'articolo si ricava che il CSM, sezione disciplinare, aveva sollevato questione di costituzionalità su una delle norme cardine della riforma Castelli che prevede - appunto - come illecito disciplinare l'iscrizione di un magistrato ad un partito politico nonchè, distintamente, la partecipazione sistematica e continuativa all'attività di partito.
Commentino (mio) a tutto cio...
Ma il CSM - definito organo di "autotutela" dell'indipendenza ed autonomia della magistratura, com'è che aveva sollevato tale questione di legittimità costituzionale?
In teoria avrebbe dovuto ben accogliere detta norma, in quanto finalizzata, evidentemente, ad incrementare l'autonomia e l'indipendenza dei magistrati...
Invece il CSM ha impugnato la norma, evidentemente con l'intento di "salvaguardare" la possibilità per i magistrati di fare politica attiva...
Ma non è questa, forse, la "prova provata" che all'interno del CSM le correnti di ANM contino eccome?
E non è, dunque, la prova provata che ANM indirizzi politicamente l'organo di autogoverno?
E conseguentemente una ulteriore ragione - dimostrata - per spingere verso ulteriori riforme del sistema ed in primo luogo per giungere ad una vera e propria autonomia ed indipendenza dei giudici, tanto per iniziare separandoli costituzionalmente dai pubblici ministeri, che sono parte del processo...
Perchè questa è la prova provata che la vera indipendenza ed autonomia dei giudici non sia garantita dall'attuale struttura del CSM e che, dunque, la Costituzione, sul punto, debba ancora trovare piena applicazione...
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