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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

Una scarsa cultura giuridica generalizzata

domenica 24 ottobre 2010, 13.05.29 | danielechiezzi
Aggiornamento del 24 ottobre 2010
Nel post "Avvocato: una professione alla deriva" del 2 settembre scorso enunciavo - tratti dal Sole 24 ore - i redditi medi forensi comunicati dalla Cassa:
sul Sole 24 ore di oggi (pag 23) vi è la comunicazione di una rettifica dei redditi medi 2009: poco più di 49.000 euro anzichè quello precedentemente comunicato. Ed il presidente della Cassa parla di ulteriori prospettive di ribasso (non è ancora terminato il termine per l'invio telematico dei dati reddituali).
Si accentua dunque la tendenza al ribasso e quel che è peggio è che (secondo la stessa fonte) metà degli avvocati dichiara un reddito inferiore a 10.000 euro!
Ieri non conoscevo questi ultimi dati, che servono per evidenziare ancor più quanto sia fuori luogo l'accusa di Giannino: gli avvocati "in miseria" non potranno mai essere buoni difensori dei propri assistiti: perchè semplicemente impegnati a guadagnarsi la pagnotta!
Casualmente, navigando, ho trovato il rinvio al Chicago-blog di Oscar Giannino, giornalista che stimo.
Ma ritengo che ci sia molto da preoccuparsi al solo leggere il titolo del suo post:
"Vergogna, la lobby forense si ricompra il Parlamento"
Per chi volesse leggere il post è rinvenibile al seguente indirizzo:
http://www.chicago-blog.it/2010/10/22/vergogna-la-lobby-forense-si-ricompra-il-parlamento/
Lo "scandalo" (e quanti commenti positivi al seguito) è dovuto - udite udite! - al ripristino dei minimi tariffari e del divieto del patto di quota lite.
Ma l'ultimo degli studenti usciti da una facoltà di giurispudenza (almeno fino al 2005, perchè poi è arrivato "l'innovatore Bersani"!) è in grado di comprendere il senso del divieto del patto di quota lite (ben spiegato nei sacri testi): impedire che l'oggetto della contesa sia fatta "cosa propria dell'avvocato", poichè il sistema (la Costituzione!) impone una difesa libera da condizionamenti (ed oggi, al contrario e parallelamente all'emendamento contestato da Giannino, si è introdotta con un emendamento la professione part-time dei dipendenti privati!), svolta (obbligatoriamente!) da soggetti terzi rispetto alle parti in causa, che debbono mantenere il giusto distacco per poter valutare al meglio la situazione (e tenerla nell'ambito della legalità!) e quindi, pur dovendo fornire la miglior assistenza possibile al cliente, garantire il buon andamento dell'amministrazione della giustizia (ad esempio non aderendo alla pretesa del cliente di introdurre in giudizio prove false!).
Quanto ai minimi tariffari, basterebbe ricordare cosa è successo dopo "la lenzuolata" Bersani: banche, assicurazioni ed altri grossi potentati economici hanno iniziato ad imporre tariffe "da fame" a molti avvocati che, nella situazione di un mercato saturo di professionisti (sulla cui qualificazione media ci sarebbe molto da ridire!), si sono trovati costretti ad accettare pur di sopravvivere, di trasformandosi, di fatto, in dipendenti (nel senso etimologico del termine!) dei soggetti "danti causa". 
In questo gioco al ribasso aumentano i comportamenti non deontologicamente corretti, diminuiscono gli  approfondimenti culturali del professionista legale; viene meno la capacità di incidere nel grado di correttezza con il quale viene amministrata la giustizia, essendo sostenuta più la difesa formale che non quella sostanziale dell'assistito.
Perchè l'avvocato pagato troppo poco deve tagliare la propria formazione, i propri approfondimenti del caso, il proprio impegno.
E ciò è stato riconosciuto anche in sede di giustizia comunitaria, con recenti decisioni che hanno ben spiegato la fondatezza di minimi tariffari ragionevoli.
E' allarmante voler imporre nel settore legale una "deregulation" al pari della produzione industriale (tanto per fare un clamoroso paragone), perchè la tutela del diritto del singolo impone un alto livello di guardia, non potendo essere parificata ad altri servizi il cui costo può essere semplicemente lasciato a mere regole di mercato.
Ma il problema di fondo - quando da importanti pulpiti si lasciano partire simili strali - è la scarsa conoscenza delle problematiche tipiche della giustizia, con attegiamenti in grado di far subito molti proseliti, ma con il reale effetto di non rendere un buon servizio effettivo alla Collettività.
reddito medio professionale IRPEF per l'anno 2008 51.314 idem per l'anno 2009 50.351

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