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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

giovedì 28 maggio 2009, 10.09.40 | danielechiezzi
"Due litri di latte, qualche confezione di pasta, un salto al banco della pescheria e - prima di presentarsi alla cassa - un consulto con l'avvocato per risolvere una questione condominiale. Può succedere due volte al mese a chi va a fare la spesa all'Ipercoop di Firenze.<<Ricevo in un ambiente che rispetta la privacy- racconta l'avvocato Rosaria Borrelli- La prima consulenza è gratuita e se il cliente decide di darmi il mandato applico le tariffe minime dell'ordine>>"
Non me la sono sognata stanotte questa cosuccia da nulla, bensì è testualmente scritta nella prima pagina del Sole 24 Ore di lunedì 25 u.s. nell'articolo intitolato: "Avvocati e psicologi debutto al supermercato".
Già sapevamo di "negozi giuridici" (nel senso di vere e proprie "botteghe" di consulenza legale), di avvocati sul tram (è successo un po' di tempo fa a Roma), di consulenze legali all'interno di associazioni di categoria (e, se non ricordo male, in taluni casi sanzionate disciplinarmente), ma adesso raggiungiamo il "top": verosimilmente in una specie di box (visto che si parla di ambiente che tutela la privacy!) ricavato direttamente all'interno del supermercato (dunque, non semplicemente all'interno di un centro commerciale).
Dopo di che, forse, rimane soltanto un'ulteriore possibilità per estendere i "campi" della professione legale: gli incroci più trafficati dove notoriamente avvengono molti incidenti (un po' come l'elenco delle pompe funebri affisso agli obitori degli ospedali).
Se un cliente viene nel mio studio e mi parla di un certo caso e poi si decide di non farne niente posso anche scegliere di non farmi pagare per il breve colloquio, ma "piazzarsi" all'interno di un supermercato ed enunciare <<prima consulenza gratuita>>, a mio parere assomiglia parecchio ad una forma di accaparramento della clientela.
E per brevità qui tralascio le mie idee sul "decoro" della professione (ampiamente contrarie, ad esempio, al difensore che si presenta in aula penale con maglietta "serafino", jeans strappati e struscianti sotto le pesanti scarpe Nike).
Ed auspicherei - per queste "forme innovative" di prestazione professionale forense - quanto meno una certa attenzione dai CCOOAA competenti per territorio, nonchè da parte del CNF!

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