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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

lunedì 31 agosto 2009, 20.22.49 | danielechiezzi
Ovviamente sono io! E come non esserlo...
La Chiesa da sempre  "divulga" una rigida morale cattolica.
Tale morale continua ad essere particolarmente intransigente con divorziati ed omosessuali, considerati "peccatori mortali", indegni dei sacramenti.
A dire il vero all'interno della stessa organizzazione ecclesiastica non sono mancati casi (troppi casi!) di preti e prelati invischiati in vicende (anche gravi!) a sfondo sessuale (e solo negli ultimi tempi è stato fatto un "mea culpa" cercando un timido rimedio).
Ma oggi il caso più clamoroso è su tutti i giornali: la ferrea dottrina ecclesiastica accantonata in difesa di un "moralismo" a senso unico e soprattutto per difendere l'attuale capofila (peraltro stipendiato per farlo!) dei moralizzatori...
Già, perchè, evidentemente la prima pubblicazione della notizia, che ha gettato "scandalo al contrario" non aveva il fine di attaccare dal nulla un servitore di Dio, bensì richiamare uno dei principali principi evangelici:
"chi non ha peccato scagli la prima pietra"...perchè non esistono uomini (e donne) che non siano, in un modo o nell'altro, peccatori.
Ora, lo "scandalo", secondo il versante ecclesiastico - ed in linea, guarda un po',  con la recente linea editoriale - doveva avere ben altre conseguenze, perchè non si può ergere (o mantenere) a moralizzatore chi proprio quella morale abbia violato, tanto più violando anche il codice penale per poter dar sfogo ad impulsi contrari agli insegnamenti cristiani.
Francamente la logica imponeva due diverse soluzioni, mostrandosi inattuabile (tertium non datur dicevano i latini!) qualsiasi ipotesi diversa:
A) La CEI, preso atto che il paladino della propria moralità è un "immorale", lo doveva rimuovere (è certamente un rapporto di lavoro "orientato", come il dipendente del partito polico che fa campagna elettorale per il partito avversario, è evidente il conflitto di interessi!);
B) La CEI, in un sussulto di rinnovata fede - e cambiando atteggiamento rispetto alla morale - riconosceva che in fondo deve sempre prevalere il basilare principio cristiano dell'aiuto al prossimo in difficoltà, riaccogliendo nella Chiesa divorziati ed omosessuali (le messe non sono interdette ai "semplici" condannati anche per delitti gravi!) in quanto non certo più gravi peccatori di altri....(ed ovviamente facendola finita con campagne mediatiche moralizzatrici a senso unico!)
Ma questa morale, ad intermittenza, proprio non è sopportabile e mantiene ferma la triste considerazione che negli alti poteri religiosi e politici (e le due cose non sono certo immuni l'una dall'altra!) raramente la logica sia categoria di pensiero apprezzata ed utilizzata.
E dunque mi indigno! (e scrivo in viola, il colore del lutto per la Chiesa)

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