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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

BUON 2011

venerdì 31 dicembre 2010, 14.13.44 | danielechiezzi
Sarà comunque un anno importante per tutti, il 2010 è stato particolarmente difficile (e per me sotto molti profili, anche personali).

Vorrei vedere in primo luogo avvocati migliori e da domani inizierò ad inserire dei post in grado di indurre ulteriori riflessioni sul modo di fare l'avvocato ed in particolare nel settore penale.

Ma oggi è solo e soltanto il giorno degli auguri: BUON 2011 A TUTTI e che ognuno possa raggiungere i più positivi traguardi prefissati, nel pieno rispetto di regole, rispetto altrui e legalità!

...per il nuovo Anno (letterina a Babbo Natale)

venerdì 24 dicembre 2010, 11.00.16 | danielechiezzi
Tempo di consuntivi e buoni auspici e, secondo tradizione, in questo periodo si esprimono i desideri...non tanto per il regalo sotto l'albero, ma almeno per quello che si spera dal nuovo Anno.
Dire che servirebbe una giustizia migliore è fin troppo scontato ed il problema è cosa in concreto si possa sperare per far migliorare le cose.
Perchè i temi economici (la ripresa, la lotta alla disoccupazione, i sostegni alle imprese e così via) sono importanti, ma tutto ruota sull'efficienza del sistema giustizia: come si può investire in Italia se al primo problema la giustizia non è in grado di dare risposte certe, rapide ed efficaci?
E, soprattutto: se qualsiasi magistrato di procura può aprire un fascicolo penale a carico di chiunque, per qualsiasi ipotesi di reato, con possibilità di "infamante" notizia mediatica prima ancora che le indagini si siano concluse?
Ed ovviamente senza ristoro, perchè qualsiasi "mostro" sbattuto in prima pagina avrà la vita rovinata anche nel caso della - successiva - più chiara assoluzione od archiviazione!
Sono convinto che il Paese si normalizzerà soltanto quando la politica riuscirà a rimettere le cose a posto e cioè i magistrati di procura a fare indagini solo e soltanto sulla base di dati obiettivi indicanti ipotesi di reato, con possibilità di utilizzare lo strumento delle intercettazioni soltanto dopo la notizia di reato e non prima, a scopo "preventivo".
Ma questo sarà possibile soltanto quando quella parte della politica che crede di avvantaggiarsi facendosi dettare l'agenda dalla procure si sarà finalmente resa conto che ciò non può portare da nessuna parte, se non nel marasma generale in cui continuiamo a trovarci ormai da troppi lustri.
Ma passiamo dalla teoria alla pratica: uno dei punti nodali è e resta la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici.
Soltanto quando il giudice sarà totalmente libero di valutare l'attività del pubblico ministero si potranno arrestare quelle derive politiche delle attività giudiziarie che bloccano il Paese.
E' notizia di oggi (uno dei famigerati files di Wikileaks!) che D'Alema, confidandosi con l'ambasciatore statunitense, avrebbe definito la magistratura "una minaccia". Perchè non lo ha detto in pubblico? E soprattutto: perchè non ha politicamente agito per "risolvere" tale "problema"?
Ecco l'importanza di ricondurre ogni potere dello Stato al proprio ruolo!
La riforma dell'università è legge...qualcosa, dunque, inizia a muoversi.
Sta procedendo con maggior celerità l'informatizzazione degli uffici giudiziari (fa meno notizia perchè ciò avviene senza stravolgimenti normativi, ma è un fatto enormemente importante).
La riforma della professione forense è a metà del guado e deve procedere.

La sfiducia al Governo non è passata e, come per ogni "attentato" svanito, il superato pericolo tende storicamente a dare maggior vigore al capo rimasto in sella.
La speranza è, dunque, che la legislatura possa continuare e, quale conseguenza, arrivino quelle riforme con lo stesso spirito di qul passaggio di fine legislatura che caratterizzò il periodo 1999-2001: riforma dell'art. 111 Cost., introduzione delle indagini difensive, riforma del patrocinio a carico dello Stato per i non abbienti, riforma della difesa d'ufficio. Lasciamo stare le posizioni "oltranziste" del partito di Di Pietro, ma è mai possibile che gli altri non possano collaborare per le riforme in tema di giustizia, palesemente nell'interesse di tutti? La prima bozza del "Processo breve" non era stata forse ideata da esponenti del PD?

C'è da rimettere le mani sulla tutela degli indagati (intercettazioni e divulgazione di notizia); ci sarebbe da prevedere una forma di responsabilità in grado di far ridurre il rischio di "distruggere" una persona senza una vera e definitiva condanna; rimane aperta la questione della (necessaria) inappellabilità delle sentenze di assoluzione (chi è stato assolto una volta non si potrà mai ritenere certamente colpevole!); è gravemente inattuato il principio della finalità riabilitante della pena. Deve essere corretto l'uso - in molti casi abuso - del giudizio immediato, che spesso porta in sè delle vere e proprie limitazioni al diritto di difesa.

Ma manca ancora il più: il riequilibrio del processo penale con piena parità delle parti; accusa e difesa dotate di uguali forze ed entrambe equidistati da un giudice veramente terzo. Appunto: la separazione delle Carriere!

Avvocati: dibattito sui numeri e sulla riforma

domenica 19 dicembre 2010, 17.40.12 | danielechiezzi
Per chi segue e/o partecipa ai commenti dei miei vari post rilancio subito la mia convinzione sul dato numerico falsato da fasce di evasione fiscale (e conseguentemente previdenziale) e quindi sulla necessità di introdurre limiti reddituali - con le dovute eccezioni, sulle quali non voglio ripetermi - non solo (come già c'è) per l'obbligo di iscrizione alla Cassa di Previdenza, ma anche per l'iscrizione all'Albo.
E' infatti appena arrivato l'ultimo numero di Modello 5, periodico della Cassa che esce in abbinamento con Italia Oggi, contenente i dati dichiarati alla Cassa al 31 ottobre 2010 per l'anno 2009.
Primo dato nella fascia di età da 30 a 49 anni vi è circa il 40% della popolazione italiana, ma vi è quasi l'80% dell'avvocatura italiana.
Secondo dato solo la regione Calabria ha 6 avvocati per mille abitanti, solo le regioni Puglia Campania e Lazio hanno 5 avvocati per mille abitanti, l'Abruzzo ne ha 4,2, la Sicilia 3,9, la Basilicata 3,8 la Liguria 3,6, l'Umbria e le Marche 3,1, tutte le altre abbondantemente sotto a 3, fino ai minimi di Trentino Alto Adige 1,5 a Valle d'Aosta 1,3.

Il reddito medio in euro più basso per gli uomini è quello degli avvocati di Molise e Calabria: 31.000, Lombardia e Alto Adige hanno redditi medi sopra a 100.000; per le donne 17.000 Molise e Basilicata da una parte e 46.000 Alto Adige e Trentino 42.000
Per aree geografiche: Nord UOMINI 87.000 DONNE 35.000; Centro 73.000 e 29.000 Sud e Isole 41.000 e 20.000
Ora è evidente che vi sia un decremento reddituale tra le aree del Nord e quelle del Sud, anche per fattori demografici ed economici.
Ma quando mi si dice che un presidente di un Ordine Avvocati del Sud guadagna a malapena 1500 euro il mese c'è qualcosa che non torna nel sistema. 

E credo che il primo dato da evidenziare è che l'incidenza dell'evasione fiscale e previdenziale sia inversamente proporzionata ai redditi dichiarati. 

E non credo di scoprire nulla di nuovo!
E rimango dell'idea che sarebbe sacrosanto imporre, dopo tot anni di professione, un reddito minimo per rimanere iscritti e poter esercitare; reddito quanto meno non inferiore a quello oggi imposto dalla Cassa di Previdenza per la continuità professionale ai fini previdenziali; dato imposto comunque notevolmente inferiore ai redditi medi dichiarati alla Cassa anche nella regione Molise, magari distinguendo uomini e donne, essendo innegabili mille ragioni per le quali le donne siano - costrette? - a guadagnare di meno.

Sarà un caso...

mercoledì 15 dicembre 2010, 9.29.15 | danielechiezzi
Sarà un caso, ma la prima firmataria, nonchè relatrice in Commissione Giustizia della Camera, della pdl C. 503, On. Siliquini rompe gli indugi, salva (insieme ad altri) il Governo ed esce da FLI (certo che l'On. Bocchino ci ha messo parecchio del suo per creare la spaccatura tra falchi e colombe, con l'ultimo discorso livoroso e - a dire il vero - piuttosto impacciato anche nell'esposizione).
Ma è finita come ho sempre detto che sarebbe finita: si va avanti e FLI è stato soltanto uno spiacevole incidente di percorso.
E guarda caso all'ordine del giorno della Commissione Giustizia è previsto già il seguito della discussione del pdl 503 (in pratica una legge quadro sulle libere professioni che, nell'ultima versione, sembra riallineata con il ddl, ormai C. 3900, sulla riforma dell'Ordinamento Forense).
Siccome inizio a prenderci con le mie previsioni ne azzardo un'altra: presto la Commissione Giustizia della Camera prenderà in considerazione anche il ddl C. 3900, non escusa una trattazione in parallelo - per le ovvie esigenze di coordinamento - con la pdl C. 503, magari previo incarico ad un Comitato ristretto (con i due relatori inclusi, anche se ancora non è stato affidato tale ruolo per il ddl C. 3900) di verificare le problematiche di compatibilità tra le due normative.
E poi l'On Bongiorno - Presidente della Commissione - ora deve pensare alla maternità, mica ad ostacolare i ddl in esame in Commissione!
Scommettiamo che, finalmente, dopo quasi 80 anni avremo finalmente un nuovo Ordinamento Forense?

E tra 10 anni i giovani avvocati che non la vogliono intendere (quelli bravi e preparati, che credono nella professione!) mi dovranno pure ringraziare (al contrario di qualche vecchio avvocato furbacchione che sarà costretto a cambiare modus o, più semplicemente, ad andare in pensione accontentandosi di quel poco che riceverà in base ai modesti contributi previdenziali versati).
P.S.: Certo che a continuare a leggere sui giornali di avvocati coinvolti in associazioni a delinquere finalizzate alle truffe in danno delle assicurazioni c'è veramente da vergognarsi di appartenere alla categoria! Ma anche questo è sintomo di quanto le cose debbano cambiare...

Il giusto NO al part-time forense! E le conseguenti considerazioni

mercoledì 8 dicembre 2010, 12.27.11 | danielechiezzi
Dal sito del CNF:
pagina al seguente indirizzo

Avvocati-dipendenti part-time esclusi dall’albo: dal Cnf soddisfazione per la sentenza Ue

02/12/2010 - “Ancora una volta la Corte di giustizia della Comunità europea ha confermato le argomentazioni da sempre spese dal Consiglio nazionale forense”.
Roma. Il Consiglio nazionale forense esprime soddisfazione per la sentenza C- 225/09, con la quale la Corte di Giustizia della Comunità europea ha ritenuto conforme all’ordinamento comunitario la legge n.339/2003 che ha negato ai dipendenti pubblici part-time l’esercizio della professione di avvocato, disponendo la loro cancellazione dall’albo.
“Questa sentenza conferma il nostro costante orientamento, consistente nel ritenere legittima tale normativa in funzione della tutela di un interesse pubblico qual è l’indipendenza e l’autonomia dell’avvocato”, commenta il Cnf che ricorda come la normativa italiana, che oggi la Corte Ue ha ritenuto legittima nel quadro comunitario, aveva già superato positivamente il vaglio della Corte Costituzionale, che nel 2006 ne aveva dichiarato la costituzionalità”.
La notizia era rinvenibile anche sul Sole 24 Ore del 3 dicembre scorso (pag. 6) con l'articolo titolato:
"Avvocati solo a tempo pieno", che inizia così:
"Ampio potere di intervento agli Stati che possono vietare ai dipendenti pubblici part time di svolgere in contemporanea la professione di avvocato. Tanto più se l'obiettivo della legislazione interna è evitare conflitti di interesse e favorire il corretto esercizio della professione."
E successivamente:
"Prima di tutto la Corte ha ritenuto del tutto legittimo che uno Stato affidi agli organi di un'associazione professionale, come l'Ordine degli avvocati, il compito di procedere a cancellare dall'albo dei professionisti che non hanno regolarizzato la propria posizione. La legge 339/2003, infatti, consente agli avvocati a tempo parziale, proprio per non incidere negativamente sulle scelte già effettuate nel momento in cui era possibile svolgere la libera professione, di cambiare il proprio status e di optare per il regime a tempo pieno. In caso contrario, l'Ordine può procedere alla cancellazione. L'affidamento di questo compito a un'associazione professionale, che non è quindi un'associazione di imprese, lascia intatto il carattere pubblico della normativa e non rende inefficaci le regole sulla libera concorrenza proprio perchè non impone nè agevola accordi vietati dal Trattato UE. Nel passare all'esame della direttiva 98/5, la Corte ha rafforzato il potere degli Stati nell'individuazione delle situazioni di incompatibilità con l'attività forense. Per la Corte, infatti, la direttiva 98/5 armonizza in modo completoi requisiti preliminari per l'iscrizione nello Stato membro ospitante, ma lascia gli Stati liberi nella determinazione delle regole deontologiche e professionali. Questo vuol dire che ogni Paese è libero di precludere l'esercizio della professione a coloro che svolgono un lavoro, anche a tempo parziale, come dipendenti pubblici"
Tale pronuncia dimostra che l'attuale impianto del ddl di riforma dell'Ordinamento Forense - approvato dal Senato  ed attualmente all'esame della Camera con il numero C.3900 - sia assolutamente in linea con le direttive europee in tema di libera professione forense e, soprattutto, che sia l'ora di finirla di far riferimento alle normative comunitarie in materia di impresa, perchè la professione di avvocato non è un'impresa e non potrà mai diventarlo.
E speriamo che anche il Garante per la libera concorrenza ne inizi a capire la profonda differenza!

Sondaggio: prendere o lasciare?

mercoledì 1 dicembre 2010, 14.41.23 | danielechiezzi
PRECISAZIONE DEL 01 DICEMBRE 2010 ORE 13,30
Proprio in questi giorni è in discussione presso la Commissione Giustizia della Camera la proposta di legge C. 503 (Siliquini, presentatrice e relatrice) intitolata "Disciplina delle libere professioni", il cui testo (nella versione originaria era di 70 articoli, quella nuova, appena ripresentata nella seduta del 24 novembre 2010, passa a 18 articoli) appare piuttosto in linea con i principi generali del progetto di legge sulla riforma dell'Ordinamento Forense (ed infatti nel progetto C. 503 si formula una disciplina quadro e poi si rinvia ai singoli Ordinamenti di Settore)...non è escluso che presto C. 3900 e C. 503 possano viaggiare in parallelo...

AGGIORNAMENTO 30 NOVEMBRE 2010
Proposta di Legge C. 3900 (già approvata dal Senato) assegnata alla II Commissione permanente: Giustizia, con testo dell'articolato consultabile e ristampato tra gli atti della Camera; nella attuale numerazione sono 66 articoli
Ed ecco cosa risulta adesso (ore 19,20) dal sito della Camera:
S. 601-711-1171-1198. - Senatore GIULIANO; Senatori CASSON ed altri; Senatori BIANCHI ed altri; Senatore MUGNAI: Nuova disciplina dell'ordinamento della professione forense (approvata, in un testo unificato, dal Senato) ( 3900 )
Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, X, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali
(Ass. 29 novembre 2010)
.


ULTIM'ORA (26 nov 2010 ore 12,50): il ddl di riforma dell'Ordinamento Forense è giunto alla Camera ove prende il numero 3900, che sarà il nuovo riferimento per seguirne l'iter nel  secondo ramo del Parlamento
La vita è (deve essere!) fatta di scelte: non c'è niente di peggio che differire le decisioni, rimanere eternamente nel dubbio e non fare alcun passo in avanti...
Dunque un'ipotesi di "fantapolitica": sede deliberante alla Commissione Giustizia della Camera, nella fase precedente allo scioglimento delle Camere, per non vanificare il lungo e sofferto lavoro svolto al Senato (hai visto mai: qualche parlamentare in cerca di "gloria eterna")...
D'altro canto si possono ricordare le leggi 6 marzo 2001 n. 60 (difesa d'ufficio) e 29 marzo 2001 n. 134 (patrocinio a spese dello Stato) per esemplificare casi recenti di leggi approvate trasversalmente (con notevole merito dell'UCPI) in clima di smobilitazione parlamentare (in quel periodo stava terminando la legislatura ed era pacificamente noto a tutti che con le imminenti elezioni sarebbe cambiata la maggioranza parlamentare)...
Dunque la proposta "indecente" (del resto non ci sarebbe certo il tempo per un ulteriore passaggio al Senato, dopo eventuali modifiche alla Camera): prendere il nuovo Ordinamento Forense così come risulterebbe dal testo uscito al Senato, o rinviare sine die (e, forse, senza speranza!) l'approvazione della nuova legge ordinamentale...
Tra le due alternative secche io sarei assolutamente per prendere questa riforma!
(ed ancora una volta richiamo qui sotto il testo)

In attesa di...

mercoledì 24 novembre 2010, 20.25.51 | danielechiezzi
AGGIORNAMENTO DEL 24 NOVEMBRE 2010 ORE 19,20 NELL'ALLEGATO IL TESTO UFFICIALMENTE TRASMESSO DAL SENATO ALLA CAMERA 






ULTIM'ORA MARTEDI' 23 NOVEMBRE 2010, 0RE 19,15: IL SENATO HA APPENA APPROVATO IL DDL DI RIFORMA DELL'ORDINAMENTO FORENSE (PREVIO COORDINAMENTO DEL TESTO PRECEDENTEMENTE EMENDATO), DOMANI DOVREBBE ESSERE DISPONIBILE IL TESTO...

In attesa di martedì p.v. è comunque utile richiamare alcuni dati pubblicati tra ieri ed oggi sul Sole 24 Ore:
IERI
Dopo l'articolo di richiamo sullo stato della riforma sono pubblicati i dati ufficiali elaborati dalla Cassa di Previdenza Forense, con dati rivalutati; ecco i redditi medi globali:
1995   52.615
1996   49.873
1997   50.898
1998   51.800
1999   51.008
2000   52.236
2001   52.617
2002   52.511
2003   49.701
2004   50.954
2005   51.080
2006   51.829
2007   53.326
2008   50.704
2009   49.807
Un estratto dell'articolo di commento:
"...nella fascia d'età tra i 24 e 34 anni, portano a casa un reddito medio di circa 1.200 euro netti al mese. Bisogna aspettare di rientrare nel range tra 35 e i 45 anni per veder lievitare la cifra a 1.800 euro. <<Proprio verso i 40 anni - informa Marco Ubertini - si registra il fenomeno dell'abbandono della professione: continua infatti, il trend negativo dei colleghi che lasciano perchè non ce la fanno a tirare avanti. Un problema che approfondiremo>>. A fare la parte del leone, anche se non del tutto al riparo dagli effetti della crisi, sono gli over 45 che, malgrado siano il 43% degli iscritti alla Cassa, incassano più del doppio dei legali più giovani, attingendo da una torta rimasta immutata nel tempo. Il picco dei guadagni riguarda i "paperoni" con più di 65 anni, che raggiungono quota 3.680 euro al mese."

OGGI
"La pubblicità dell'avvocato non può essere <<suggestiva>> è il titolo dell’articolo che si basa sull'ultima sentenza delle SSUU. L'inizio dell'articolo: "Finisce con la <<censura>> definitiva della Cassazione l'esperienza di Alt (Assistenza legale per tutti), l'iniziativa di due avvocati milanesi - uno consigliere dell'ordine - che nel 2007 scesero letteralmente in strada per avvicinarsi alla clientela, sfruttando le liberalizzazioni pubblicitarie targate Bersani. Secondo le Sezioni unite (sentenza 23287/10, depositata ieri), la sanzione inflitta dal consiglio di Brescia nei confronti della consigliera milanese, ribadita poi dal Cnf, è del tutto congrua e legittima, per aver utilizzato l'acronimo (ALT) <<suggestivo>>, volto a catturare clientela sfruttando un riflesso <<emotivo>> irrazionale, ed equivocando anche sul messaggio <<prima consulenza gratuita>> - in realtà un <<generico inquadramento del problema>>."
Ad ognuno lascio la sua libera valutazione di tali due aspetti attuali della professione forense (da correlare, poi, con le esigenze di riforma e con il testo che uscirà dal Senato).

Avvocati: si chiude o...si chiude?

venerdì 19 novembre 2010, 17.15.00 | danielechiezzi
      AGGIORNAMENTO DI GIOVEDI' 18 NOVEMBRE ORE 8,15
In attesa del voto finale di martedì 23 p.v. riporto il testo approvato dell'articolo 8, per me norma cardine di tutto il nuovo impianto normativo e dal quale (in questa o nella prossima legislatura) non si potrà prescindere:
 (Specializzazioni)
    1. È riconosciuta la possibilità per gli avvocati di ottenere e indicare il titolo di specialista secondo modalità che sono stabilite con regolamento adottato dal CNF ai sensi dell'articolo 1 e acquisiti i pareri delle associazioni specialistiche costituite ai sensi del comma 9 del presente articolo.
    2. Il regolamento di cui al comma 1 prevede, in maniera da garantire libertà e pluralismo dell'offerta formativa e della relativa scelta individuale:
        a) l'elenco delle specializzazioni riconosciute, tenuto anche conto delle specificità formative imposte dai differenti riti processuali, da aggiornare almeno ogni tre anni;
        b) percorsi formativi e professionali, di durata almeno biennale, necessari per il conseguimento dei titoli di specializzazione ai quali possono accedere soltanto gli avvocati che alla data della presentazione della domanda di iscrizione abbiano maturato una anzianità di iscrizione all'albo degli avvocati, ininterrottamente e senza sospensioni, di almeno quattro anni;
        c) le prescrizioni destinate agli ordini territoriali, alle associazioni forensi, ad altri enti ed istituzioni pubbliche o private per l'organizzazione, anche di intesa tra loro, di scuole e corsi di alta formazione per il conseguimento del titolo di specialista;
        d) le sanzioni per l'uso indebito dei titoli di specializzazione;
        e) i requisiti richiesti ai fini del conferimento da parte dei consigli dell'ordine del titolo di specialista agli avvocati iscritti all'albo da almeno dieci anni.
    3. Le scuole e i corsi di alta formazione per il conseguimento del titolo di specialista non possono avere durata inferiore a due anni per un totale di almeno 200 ore di formazione complessive. All'esito della frequenza l'avvocato sostiene un esame di specializzazione presso il CNF, il cui esito positivo è condizione necessaria per l'acquisizione del titolo. La commissione d'esame è designata dal CNF e composta da suoi membri, da avvocati indicati dagli ordini forensi del distretto, da docenti universitari, da magistrati, da componenti indicati delle associazioni forensi di cui al comma 9.
    4. Il titolo di specialista è attribuito, e può essere revocato nel caso previsto dal comma 5, esclusivamente dal CNF.
    5. L'avvocato specialista è tenuto a curare il proprio specifico aggiornamento professionale con riferimento alla disciplina giuridica per cui ha conseguito il titolo. Il CNF stabilisce, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, con proprio regolamento le modalità con cui ha luogo detto aggiornamento, i cui corsi annuali devono essere di almeno cinquanta ore. L'aggiornamento professionale in relazione alla disciplina giuridica specialistica è condizione per il mantenimento del titolo.
    6. I soggetti di cui al comma 2, lettera c), organizzano con cadenza annuale corsi di formazione continua nelle materie specialistiche conformemente al regolamento di cui al comma 1.
    7. Il conseguimento del titolo di specialista non comporta riserva di attività professionale.
    8. Gli avvocati docenti universitari in materie giuridiche e coloro che abbiano conseguito titoli specialistici universitari possono indicare il relativo titolo accademico con le opportune specificazioni.
    9. Il CNF tiene l'elenco delle associazioni aventi personalità giuridica costituite fra avvocati specialisti, che delibera di riconoscere sulla base della loro rappresentatività, diffusione territoriale e dell'eventuale accreditamento internazionale. Le associazioni non possono rilasciare attestati di specializzazione o di specifica competenza professionale.
    10. Gli avvocati che alla data di entrata in vigore della presente legge risultano iscritti all'albo da almeno dieci anni sono dispensati dalla frequenza dei corsi di cui al comma 6 e sono autorizzati a qualificarsi con il titolo di specialista in una o più discipline giuridiche previo superamento dell'esame di cui al comma 3.  

AGGIORNAMENTO DI MERCOLEDI' 17 NOVEMBRE ORE 18.10
Calendarizzati in Aula dichiarazioni di voto e voto finale martedì 23 p.v. alle ore 16,30

AGGIORNAMENTO DI MERCOLEDI' 17 NOVEMBRE ORE 12,20
Appena terminate le votazioni su tutto l'articolato del ddl di riforma dell'ordinamento forense, rinviate a seduta successiva le finali dichiarazioni di voto sull'intero ddl (come ora risultante) ed il conseguente voto finale; tra pochi minuti la riunione dei capigruppo per la ridefinizione del calendario lavori.
AGGIORNAMENTO DI MARTEDI' 16 NOVEMBRE ORE 20,15
Siamo a circa 100 emendamenti dal primo traguardo: approvato (con modifiche) l'art. 39 (Tirocinio), vale a dire l'articolo con il record di emendamenti proposti rispetto a tutto l'articolato; eliminata la prova preselettiva prima dell'esame (in precedenza era stata eliminata la preselezione per l'accesso alla pratica) mediante eliminazione dell'art. 45. Domani si riparte dall'art. 46 (e manca l'art. 32, accantonato)...in teoria (con due sessioni) domani si dovrebbe chiudere al Senato (ed ogni valutazione di merito sul ddl potrà esser fatta quando sarà leggibile il testo integrale ufficialmente trasmesso alla Camera).

AGGIORNAMENTO DI SABATO 13 NOVEMBRE 2010 ORE 9,45
Il tema di discussione ovviamente rimane questo: io resto convinto che la storia di qualsiasi riforma debba necessariamente passare per più fasi perchè - in Italia più che altrove (basti pensare come in paesi tipo il Regno Unito ad ogni cambiamento di linea di governo ci sono veri e propri stravolgimenti e si va avanti senza guardare troppo in faccia a coloro che ne subiscano  conseguenze negative) - è impensabile riuscire ad ottenere in un sol passaggio la riforma ottimale (e poi per chi? qui siamo oltre 60 milioni ed abbiamo idee diverse su tutto, meno male che il prossimo anno si festeggia il 150° dell'unità d'Italia!).
Martedì pomeriggio sessione dell'Aula del Senato integralmente dedicata al ddl di riforma dell'Ordinamento Forense: salve le reiterate assenze del numero legale (è assurdo il meccanismo - serve sempre una maggioranza assoluta in termini di presenza in Aula - che di fatto impedisce di legiferare a pieno regime nei lavori parlamentari!) dovrebbero arrivare in fondo...e se non è martedì sera deve per forza esserlo entro il giorno successivo. Poi si vedrà...Ed in teoria si apre uno scenario interessante anche dal punto di vista costituzionale: si ipotizza lo scioglimento della sola Camera (se il Senato vota la fiducia al Governo, che non ha più i numeri alla Camera; perchè sciogliere entrambe rischia di lasciare il Paese nel caos assoluto, visto che con questa legge elettorale sembra che ad elezioni totali si avrebbero comunque due magioranze diverse nei due rami del Parlamento). Dunque l'approvazione di un ddl da parte del ramo del Parlamento che non viene sciolto rimarrebbe valida e rimarrebbe in attesa di essere esaminata dalla nuova Camera...Vedremo. Resta il fatto che il peggior male di questo Paese sia l'immobilismo!

AGGIORNAMENTO DI GIOVEDI' 11 NOVEMBRE 2010 ORE 20,30
Il ddl sulla riforma dell'Ordinamento Forense non si è ancora concluso, complici diverse verifiche del numero legale (ore di lavoro letteralmente buttate!) e alcuni interventi di rappresentanti del Governo (SPESSO A RICHIESTA DELLE OPPOSIZIONI) su temi di attualità; insomma la settimana del Senato (ma perchè mai loro iniziano i lavori il martedì pomeriggio e li terminano il giovadì pomeriggio, lavorando soltanto due giorni e mezzo, vale a dire la metà di un normale lavoratore?) si è conclusa (per quanto ci riguarda) arrivando a circa metà delgi emendamenti sull'articolo 39 (sul tirocinio) e c'è l'accantonamento su un emendamento all'art. 32; insomma siamo a 37 articoli approvati (con diverse modifiche rispetto al testo base uscito dalla Commissione Giustizia) su 66 (ma gli scogli maggiori rimangono il 39, in corso di esame ed il 46)...martedì 16 p.v. i lavori del Senato, alle ore 16,30, ripartiranno (per l'ennesima volta! con questo ddl in Aula (e speriamo che in questi giorni non ci siano alluvioni, terremoti, o scoop varii...)

Non so, in concreto, quanto possa servire in tempi brevi, dato che l'attuale quadro politico volge a...nuove elezioni e - conseguentemente - a vanificare l'attività delle singole Camere.
Sta di fatto che (in teoria) questa settimana si dovrebbe chiudere, con il voto definitivo di tutto l'articolato, il ddl sulla riforma dell'Ordinamento Forense in esame all'Aula del Senato (certo, però, la scorsa settimana è mancato il numero legale una decina di volte, facendo gettare in fumo ore di lavoro dell'Aula).
Giovedì è iniziato l'esame dell'art. 25, gli articoli in totale sono 66, quelli sui quali maggiormente insisteva il dibattito dell'opposizione sono passati e di articoli con fiumi di emendamenti, se non ricordo male, ne restano due: il 39 ed il 46, vale a dire TIROCINIO ed ESAME.
Vorrei veramente vedere approvato dal Senato questo DDL, pur nella piena consapevolezza che ben difficilmente tale vascello sarà in grado di superare le secche della Camera, arenandosi definitivamente con ... lo scioglimento anticipato del Parlamento!
Però, se non altro, ci sarà un testo base approvato da un ramo del Parlamento, da riproporre subito alla riapertura delle nuove Camere e, soprattutto da mettere "in pasto" al Congresso Nazionale Forense che si svolgerà a fine mese a Genova.
Intanto almeno una cosa la politica l'ha capito: era vera e propria follia prevedere la possibilità di svolgere un lavoro privato part-time e contemporaneamente la libera professione forense. Dunque è stato riemendato il relativo emendamento.
Come giustamente molti hanno fatto osservare sarebbe saltata la Cassa Forense (ed i giovani è bene che inizino a studiarsi la questione, perchè è la loro unica garanzia futura di pensione!), ma sarebbe andata in tilt tutta l'amministrazione della giustizia, perchè non oso pensare con quale libertà ed indipendenza avrebbero potuto esercitare la professione miriadi di dipendenti privati, nei settori più svariati (sia pure, ovviamente, con il titolo di avvocato), dovendo conciliare, anche sotto un profilo dei diversi vincoli orari,  lavoro "a comando" e lavoro libero professionale.

Una scarsa cultura giuridica generalizzata

domenica 24 ottobre 2010, 13.05.29 | danielechiezzi
Aggiornamento del 24 ottobre 2010
Nel post "Avvocato: una professione alla deriva" del 2 settembre scorso enunciavo - tratti dal Sole 24 ore - i redditi medi forensi comunicati dalla Cassa:
sul Sole 24 ore di oggi (pag 23) vi è la comunicazione di una rettifica dei redditi medi 2009: poco più di 49.000 euro anzichè quello precedentemente comunicato. Ed il presidente della Cassa parla di ulteriori prospettive di ribasso (non è ancora terminato il termine per l'invio telematico dei dati reddituali).
Si accentua dunque la tendenza al ribasso e quel che è peggio è che (secondo la stessa fonte) metà degli avvocati dichiara un reddito inferiore a 10.000 euro!
Ieri non conoscevo questi ultimi dati, che servono per evidenziare ancor più quanto sia fuori luogo l'accusa di Giannino: gli avvocati "in miseria" non potranno mai essere buoni difensori dei propri assistiti: perchè semplicemente impegnati a guadagnarsi la pagnotta!
Casualmente, navigando, ho trovato il rinvio al Chicago-blog di Oscar Giannino, giornalista che stimo.
Ma ritengo che ci sia molto da preoccuparsi al solo leggere il titolo del suo post:
"Vergogna, la lobby forense si ricompra il Parlamento"
Per chi volesse leggere il post è rinvenibile al seguente indirizzo:
http://www.chicago-blog.it/2010/10/22/vergogna-la-lobby-forense-si-ricompra-il-parlamento/
Lo "scandalo" (e quanti commenti positivi al seguito) è dovuto - udite udite! - al ripristino dei minimi tariffari e del divieto del patto di quota lite.
Ma l'ultimo degli studenti usciti da una facoltà di giurispudenza (almeno fino al 2005, perchè poi è arrivato "l'innovatore Bersani"!) è in grado di comprendere il senso del divieto del patto di quota lite (ben spiegato nei sacri testi): impedire che l'oggetto della contesa sia fatta "cosa propria dell'avvocato", poichè il sistema (la Costituzione!) impone una difesa libera da condizionamenti (ed oggi, al contrario e parallelamente all'emendamento contestato da Giannino, si è introdotta con un emendamento la professione part-time dei dipendenti privati!), svolta (obbligatoriamente!) da soggetti terzi rispetto alle parti in causa, che debbono mantenere il giusto distacco per poter valutare al meglio la situazione (e tenerla nell'ambito della legalità!) e quindi, pur dovendo fornire la miglior assistenza possibile al cliente, garantire il buon andamento dell'amministrazione della giustizia (ad esempio non aderendo alla pretesa del cliente di introdurre in giudizio prove false!).
Quanto ai minimi tariffari, basterebbe ricordare cosa è successo dopo "la lenzuolata" Bersani: banche, assicurazioni ed altri grossi potentati economici hanno iniziato ad imporre tariffe "da fame" a molti avvocati che, nella situazione di un mercato saturo di professionisti (sulla cui qualificazione media ci sarebbe molto da ridire!), si sono trovati costretti ad accettare pur di sopravvivere, di trasformandosi, di fatto, in dipendenti (nel senso etimologico del termine!) dei soggetti "danti causa". 
In questo gioco al ribasso aumentano i comportamenti non deontologicamente corretti, diminuiscono gli  approfondimenti culturali del professionista legale; viene meno la capacità di incidere nel grado di correttezza con il quale viene amministrata la giustizia, essendo sostenuta più la difesa formale che non quella sostanziale dell'assistito.
Perchè l'avvocato pagato troppo poco deve tagliare la propria formazione, i propri approfondimenti del caso, il proprio impegno.
E ciò è stato riconosciuto anche in sede di giustizia comunitaria, con recenti decisioni che hanno ben spiegato la fondatezza di minimi tariffari ragionevoli.
E' allarmante voler imporre nel settore legale una "deregulation" al pari della produzione industriale (tanto per fare un clamoroso paragone), perchè la tutela del diritto del singolo impone un alto livello di guardia, non potendo essere parificata ad altri servizi il cui costo può essere semplicemente lasciato a mere regole di mercato.
Ma il problema di fondo - quando da importanti pulpiti si lasciano partire simili strali - è la scarsa conoscenza delle problematiche tipiche della giustizia, con attegiamenti in grado di far subito molti proseliti, ma con il reale effetto di non rendere un buon servizio effettivo alla Collettività.
reddito medio professionale IRPEF per l'anno 2008 51.314 idem per l'anno 2009 50.351

AVVOCATI: l'attesa infinita!

giovedì 21 ottobre 2010, 21.01.08 | danielechiezzi
AGGIORNAMENTO DEL 21 OTTOBRE 2010 ORE 20.00
Ecco il testo rinvenibile dal sito del Senato sulla situazione del ddl di riforma dell'Ordinamento Forense (con il nuovo calendario dell'aula):
"
Gli emendamenti ad eventuali nuovi testi definiti dalla 2a Commissione permanente sul disegno di legge n. 601 (Riforma professione forense), a seguito del rinvio ai sensi dell'articolo 100, comma 11, del Regolamento, dovranno essere presentati entro le ore 13 di sabato 30 ottobre.

Martedì 2 novembre (16,30-20,30) - Mercoledì 3 novembre (9,30-13,30) - (16,30-20,30) - Giovedì 4 novembre (9,30-14) (16) - Venerdì 5 novembre (9,30) (se necessaria)

  • Seguito ddl nn. 601 e connessi - Riforma professione forense

Note

I tempi per il seguito della discussione del disegno di legge n. 601 (Riforma professione forense) saranno ripartiti tra i Gruppi al fine di consentire il voto finale sul provvedimento non oltre la seduta antimeridiana di venerdì 5 novembre."
In teoria, dunque, nuovo passaggio nelle Commissioni (Giustizia e, per quanto le compete, Bilancio) e votazione finale tra due settimane


   AGGIORNAMENTO DEL 21 OTTOBRE 2010 ORE 7,45
Il ddl di Riforma dell'Ordinamento Forense procede il suo iter in aula al Senato, ma ad una velocità di circa 5 articoli al giorno (il totale dell'articolato oggi è 66), con molti articoli accantonati per nuove valutazioni della Commissione Bilancio (ai sensi dell'art. 81 Cost.)...fatto un rapido calcolo di questo passo necessitano non meno di 10 giornate piene di lavori in aula, che tradotto sulla tempistica dei lavori parlamentari ordinari significa cinque settimane piene dedicate a questo ddl.
Oggi a fine seduta della mattina riunione dei capigruppo per decidere di contingentare i tempi (ed intenzione del Presidente di arrivare nei tempi più veloci possibili ad un voto finale)...vedremo...

   

AGGIORNAMENTO DEL 20 OTTOBRE 2010 ORE 13,30     
Al seguente indirizzo (pagina del sito del Senato) il resoconto sommario dei lavori della mattinata appena conclusa (accantonato l'art. 10 e aprovato l'art. 11 che introduce l'assicurazione professionale obbligatoria):
http://www.senato.it/lavori/21415/150723/ultimasintesiseduta.htm 
    
AGGIORNAMENTO DEL 19 OTTOBRE ORE 20,40
L'aula del Senato ha esaurito stasera gli argomenti posti all'ODG precedenti alla prevista ripresa dell'esame del DDL sulla riforma dell'Ordinamento Forense; nel contempo la Commissione Bilancio (5^ permanente) ha ripreso l'esame dell'articolato per il previsto parere ai sensi dell'art. 81 Cost., giungendo all'esame fino all'art. 41 (emendamenti), rispetto ai 66 totali; domani, dunque, l'aula dovrebbe riprendere fin dalla mattina con le votazioni sul DDL di riforma dell'Ordinamento Forense, con ulteriore espressione dei pareri della Commissione Bilancio sino ad esaurimento degli emendamenti presentati su tutto l'articolato; il tutto fino alla votazione finale sul DDL prevista, al massimo, la prossima settimana (come da calendario del Senato aggiornato in data odierna).
"L'eccesso numerico dei professionisti legali fa sentire la sua sinistra ripercussione sulla vita politica del Paese: l'Italia, da quando ha raggiunto la sua unità nazionale, è stata ininterrottamente governata dagli avvocati. In tutti i tempi e in tutti i Paesi, specialmente in quelli a regime democratico, i principi del foro, per naturale affinità di studi e di attitudini hanno primeggiato anche nell'arengo politico....Ma in Italia il fenomeno ha un'intensità più grave che altrove...ma in realtà tutti sanno che le leggi, nella loro formulazione tecnica sono, ormai, meno opera del Parlamento che della burocrazia; e del resto, se si deve giudicare dalla tecnica legislativa, dovremmo dire che è inutile mandare in Parlamento tanti avvocati quando le leggi vengono fuori così tecnicamente imperfette, farraginose, imprecise, frammentarie..."
Per ora prendetevi per buona questa citazione ed iniziate a valutarla nell'attualità ed a fronte di un disegno di legge all'esame del Parlamento, calendarizzato come centrale per i lavori dell'aula del Senato per la settimana a venire: il ddl di riforma dell'Ordinamento Forense.
Verrebbe da pensare che, se ci sono tanti avvocati in Parlamento (e ci sono!) e si pone il problema di affrontare la riforma dell'Ordinamento Forense:
A) vi sia un diffuso interesse a farlo seriamente
B) vi sia una particolare attenzione alla effettiva valutazione della pratica ricaduta delle norme emanande
C) vi sia una condivisione ampia dei principi cardine della riforma, traendo origine dalle concrete esigenze del Paese in relazione alla superata attualità delle norme ancora in essere.
Ed in effetti pareva in un momento storico non troppo lontano (circa un anno fa!) che sulla base di tali principi si potesse giungere ad una tempestiva approvazione della nuova legge di Ordinamento Forense:
vi era un testo approvato in sede di CNF con la collaborazione di tutte le rappresentanze forensi (istituzionali ed associative); vi era una larga condivisione della politica su un testo uscito, con il contributo di tutte le forze presenti in Parlamento, dalla Commissione Giustizia del Senato; vi era una condivisione da parte del Governo su quel testo, con sostegno del Ministro della Giustizia ad una rapida approvazione della riforma, considerata uno dei tasselli fondamentali  delle previste riforme in materia di giustizia.
Ecco, ho voluto ricordare le parole di Piero Calamandrei (la citazione iniziale, è tratta dal volumetto "Troppi Avvocati" Ed. LA VOCE 1921, ristampa anastatica del 2006 a cura della Fondazione Forense Bolognese, Cap. I, par. 17, pagg. 80-82) per dimostrare come problematiche di circa 90 anni fa debbano oggi essere ritenute più che attuali, ed anzi ingrossate in termini esponenziali, se si considera che all'epoca in cui scriveva Calamandrei (la fonte è sempre il medesimo libro: Cap. I, par. 8, pagg. 42-43), il rapporto numerico (riferito a dati del 1913) era di 59 legali ogni 100.000 abitanti (21.488 tra avvocati e procuratori legali per oltre 36 milioni di abitanti in Italia), mentre oggi (fonte Sole 24 ore di martedì 12 ottobre 2010, pag. 39) - e sono passati meno di cento anni - la popolazione non è neanche raddoppiata (poco più di 60.000.000 di abitanti), ma gli avvocati sono diventati 213.000 (dato 2008, oggi se se stimano circa 230.000), con un rapporto (sul dato 2008) di circa 355 avvocati ogni 100.000 abitanti: dunque dove prima vi era la disponibilità di un avvocato (e molti con limitazioni, essendo procuratori legali), adesso ve ne sono ben 6 (senza limitazione alcuna)!
Sempre secondo il Sole 24 Ore (art. cit.) in Italia oggi vi sono 26 legali per ogni giudice (all'epoca di Calamandrei erano 2 per ogni giudice!) e, per fare alcuni paragoni la Francia ha 47.000 avvocati (rapporto con i giudici pari a 7), la Germania 147.000 (rapporto con i giudici pari a 6), la Spagna (fino ad oggi senza esami!) 155.000, così come il Regno Unito (rapporto con i giudici pari a 3).
In Italia ci sono circa 45.000 cassazionisti, in Francia 95 ed in Germania 44.
Non è, forse, giunta veramente l'ora di metter mano seriamente ad una riforma che serve soprattutto al Paese? E la prima necessità, per dare serietà alla professione legale, nel Paese ove esiste la più grossa "giungla normativa" del Mondo, è quella di introdurre una seria specializzazione forense!

Specializzazione: è arrivata?

martedì 5 ottobre 2010, 20.28.18 | danielechiezzi
05.10.10 ORE 19
ULTIM'ORA: TORNA IN AULA IL DISEGNO DI LEGGE SULLA RIFORMA DELL'ORDINAMENTO FORENSE
http://www.consiglionazionaleforense.it/on-line/Home/AreaStampa/Comunicatistampa/articolo6558.html
Aggiornamento del 05 0ttobre 2010: alla seguente pagina del sito del CNF - in calce alla circolare - il regolamento con la relazione illustrativa:

http://www.consiglionazionaleforense.it/on-line/Home/BancaDation-line/Circolari/articolo6547.html




Mi sono sbagliato? Forse sì, Forse no...
Ieri è uscito il comunicato del CNF che lancia la specializzazione forense, leggibile al seguente indirizzo:
http://www.consiglionazionaleforense.it/on-line/Home/AreaStampa/Comunicatistampa/articolo6543.html
Ovviamente ne condivido il principio, rimangono una serie di dubbi che, almeno in parte, saranno sciolti quando sarà disponibile il testo del regolamento.
Certo: il rinvio al 30 giugno 2011 (data indicata per la sua vigenza) da un lato è comprensibile per la necessità di predisporre l'attuazione stessa del regolamento: in primis per l'esigenza (già indicata) di adeguare il Codice Deontologico Forense.
In secondo luogo perchè ciò costituisce una specie di ultimatum al Parlamento: hai tempo 9 mesi per fare una legge, altrimenti si applica sic et simpliciter il mio regolamento!
Ma preoccupa il fatto che a breve ci saranno le elezioni per il rinnovo del CNF: si è voluto lasciare la "patata bollente", giusto con una bella riscaldatina finale, nelle mani dei futuri componenti della massima istituzione forense?
Apparentemente, comunque è un passo a favore delle associazioni specialistiche forensi ed una sconfitta di chi - in primis ANF - voleva bloccare la inevitabile spinta per la modernizzazione della professione di avvocato.
Ma è necessario formare ed informare e le prime reazioni sono quelle negative dei giovani, che non accettano la norma transitoria a favore degli avvocati con oltre 20 anni di professione (dovranno semplicemente dichiarare, se lo vorranno, una propria specializzazione).
Forse era più corretto basarsi su criteri obiettivi (ad esempio verifica dell'attività svolta in concreto) ed allargare la platea a tutti coloro che sono già avvocato (in caso di esito positivo della verifica di un già compiuto percorso specializzante).
Ma attendiamo di leggere l'intero Regolamento e vagliare tutte le prossime reazioni...

Professione avvocato, il nodo: la specializzazione!

giovedì 23 settembre 2010, 17.12.36 | danielechiezzi
Nessuno lo dice eppure, gira e rigira, questo è il problema: molti avvocati non vogliono la specializzazione forense!
Sabato l'ennesima riunione organizzata dal CNF con tutte le rappresentanze dell'avvocatura, per poi uscire con un comunicato che apparentemente dice, ma nella sostanza non dice...e dunque dice molto lo stesso (perchè ad un non dire evidentemente corrisponde un non fare!)

Il comunicato, leggibile al seguente link
http://www.consiglionazionaleforense.it/on-line/Home/AreaStampa/Comunicatistampa/articolo6540.html

afferma che, recepite le varie osservazioni,  sarà discusso il testo del regolamento nella prossima seduta amministrativa.
Ma ad oggi non viene pubblicato alcun testo integrato e tanto meno le osservazioni.

Sembra di capire - soprattutto leggendo il successivo comunicato di ANF (in sintesi afferma che sia ancora necessario discuterne, in linea con la contrarietà di fondo che tale sigla ha più o meno sempre manifestato! - che in realtà tutto sia ancora piuttosto in alto mare...
D'altra parte a parole tutti auspicano (ed in alcuni casi promettono, come il Ministro Alfano) la prossima ripresa dell'esame parlamentare della riforma dell'Ordinamento Forense, ma anche su tale versante tutto è inevitabilmente finito in un angolo buio e non pare prossima una nuova accensione delle luci su tale tema.
Intanto tutti si lamentano: gli avvocati che non vengono pagati, i clienti che non vengono assistiti, magistrati che danno colpa agli avvocati dei mali della giustizia (troppi avvocati, che debbono inventare le cause per campare, più o meno il senso di ANM).
Io ritengo che sia ineludibile partire da un dato di autocritica, perchè altrimenti ne ne usciremo più, se non con il funerale della nostra professione (piuttosto malata cronica, ad oggi): nel nostro ambito professionale viene prima il diritto dell'assistito o la parcella dell'avvocato?
Troppi, oggi, per fame, per impostazione, per cultura (sbagliata) ormai rispondono che prima viene la pagnotta!
E gli stessi clienti, sempre più spesso (per le medesime ragioni di cui sopra) ribaltano il concetto: "chi mi assiste a minor costo?"
Ma in questo modo "risparmiano" per avere assistenza formale (il nome di un difensore e di un patrocinatore), ma rischiano gravi pregiudizi ai propri diritti.
E questa spirale porta il sistema giustizia sempre più in basso.
In realtà soltanto obbligando tutti gli avvocati a scegliere una specializzazione (ed una soltanto!) il cliente, anche sprovveduto non potrà non sapere a chi si rivolge, rielevando il grado di tutela e di serietà professionale...
Ma riusciremo a vedere una simile riforma? I poteri forti non ne hanno interesse...

OFM...

mercoledì 8 settembre 2010, 22.02.13 | danielechiezzi
Molti di voi si accingeranno, magari per caso, a leggere questo post e... per un bel po' ci capiranno meno di zero...
Inizio col dirvi che sto ancora parlando di professione forense (e del resto lo scopo principale di questo blog è parlare di quella che, nonostante tutto, reputo la costola della mia vita che inevitabilmente mi accompagnerà sino alla morte: la professione di avvocato...perchè io non mi staccherò da lei e lei...non può staccarsi da me).
Può apparire forse follia?
Forse per qualcuno...forse oggi per troppi (credo io!)
Eppure...
Eppure c'è OFM ...l'origine (ma forse la prosecuzione) di una passione.
Oggi troppo pochi sono gli OFM (anzi, a dire il vero conosco soltanto lui)...
E la sua voglia di raccontare la professione... e con ciò e tramite ciò la vita: una visione della vita.
Non stiamo neppure dalla stessa parte politica, eppure (io piccolo come la Luna rispetto al Sole) sento di avere molto più in comune con Lui che non con la maggior parte dei miei colleghi.
OFM è un grande avvocato, un esempio, un fuoriclasse che oggi ha una gran voglia di insegnare quanto difficilmente è possibile imparare: una filosofia professionale che si perde nei lustri che furono.
Lui, allievo (prediletto?) di Calamandrei.
Oggi OFM ha creato un suo blog, per raccontare la sua professione...che rischia per lo più di rimanere tale (e cioè soltanto la sua!) perchè oggi tutto è diverso.
OFM è Oreste Flamminii Minuto, già presidente della Camera Penale di Roma, grande penalista, grande difensore della stampa e - soprattutto - della libertà.
Il suo blog (che mi appresto a linkare):
http://giochidellamemoria.wordpress.com/
Potrete, d'ora innanzi, anche evitare di leggere me, ma leggete Lui...ne vale assolutamente la pena!
P.S.: e poichè io sono niente e nessuno leggete in primo luogo la Prefazione di Francesco Petrelli, un giovane grande avvocato che ben più di me ha potuto fruire della vicinanza del grande maestro e che descrive, a modo suo, OFM (è una prosa poetica che descrive in poche parole una vita che si identifica con la professione).

Avvocato: una professione alla deriva!

giovedì 2 settembre 2010, 10.24.40 | danielechiezzi
Nel forum del sito UCPI è stata lanciata (anonimamente, chissà perchè...) la lamentela contro gli avvocati che approfittano, nelle aule penali, dell'assenza del difensore risultante in atti - può essere sia quello designato d'ufficio, sia un altro nominato di fiducia dall'imputato - per farsi avanti e subentrare nella difesa come immediatamente reperibili (quando non riescano addirittura a farsi nominare di fiducia), soprattutto nelle aule ove si tengono le direttissime (cioè i processi che si tengono subito a seguito degli arresti in flagranza di reato) e, quindi, nelle situazioni più delicate (imputato in stato di detenzione, difesa da approntare e definire in pochi attimi, con scelte processuali da esercitare subito)!
Il problema è serio e ne ho subito preso spunto per aprire su Facebook un gruppo intitolato: "Abbandono di difesa:denegata giustizia".
Perchè in effetti nessun processo potrà definirsi giusto, a prescindere dalle regole rituali (comunque fondamentali) e, addirittura, anche in caso di introduzione della auspicata separazione delle carriere tra giudici e PPMM (imprescindibile!), in assenza di una effettività della difesa affidata ad un avvocato.
Ho fatto l'esempio del triangolo isoscele che rappresenta la raffigurazione ideale del perfetto processo penale (e a dire il vero di qualsiasi giudizio): al centro e dunque sul vertice in alto si posiziona il giudice, alla base ad ai due angoli laterali si pongono a sinistra il PM ed a destra il difensore (sono le normali posizioni in aula, viste dalla base), con equisistanza dal giudice. Nel caso di abbandono di difesa l'angolo affidato all'avvocato si smussa, si ritrae, diventa una linea curva, non più capace di "pungere" (e dunque incapace di incidere sulla decisione del giudice)...si perde la possibilità di fornire al giudice una reale contrapposizione rispetto alla tesi accusatoria.
Ma questa punta dell'iceberg della decadenza professionale inizia a trovare compiuta spiegazione negli ultimi dati reddituali appena pubblicati sul Sole 24 Ore (in data 25.08.2010):
reddito medio professionale IRPEF per l'anno 2008 51.314 idem per l'anno 2009 50.351
reddito medio professionale IVA       per l'anno 2008 75.647 idem per l'anno 2009 76.012
contributo previdenziale medio          per l'anno 2008  5.848  idem per l'anno 2009   6.231
pensione media                                   per l'anno 2008 30.557 idem per l'anno 2009 23.843
da segnalare che dall'anno 2010 il contributo previdenziale è aumentato in misura considerevole (circa il 25%) mentre i parametri pensionistici sono variati al ribasso.
In sintesi (ed immagino per l'anno 2010 un ulteriore decremento dei redditi IRPEF a fronte di un incremento di tutti i costi professionali, mentre stanno per giungere sul mercato i "soliti" 10 o 15 mila nuovi avvocati, anche se sul versante opposto iniziano ad arrivare un po' ovunque le prime cancellazioni volontarie dall'albo da parte di giovani avvocati): è evidente il processo di proletarizzazione dell'avvocato, con l'ulteriore caratteristica dell'assoluta precarietà professionale di moltissimi di coloro che si sono iscritti all'albo nell'ultimo decennio.
Intanto la nuova legge professionale forense sembra finita definitivamente nel cestino...
Rimanere nello stato attuale delle cose significa in primo luogo indebolire uno dei due pilastri del "Giusto Processo", inevitabilmente basato sulla parità di due parti contrapposte: ugualmente forti dinanzi ad un giudice terzo.
Significa, in buona sostanza, rinunciare ad una vera giustizia!

Malati di trasgressivismo!

lunedì 30 agosto 2010, 17.10.45 | danielechiezzi
Ogni giorno la "stessa" notizia: un tizio fa una cosa strana e diventa subito un idolo via internet!
Una delle ultime "simili" notizie riguarda uno steward di una compagnia aerea che, avendo "ricevuto" una valigiata in testa involontaria (capita che qualche passeggero dall'aria sia poco attento con i propri bagagli!), ha "sbroccato" al punto di infamare pesantemente con la radio di bordo tutti i passeggeri, per poi dileguarsi azionando (ovviamente senza necessità alcuna) gli svicoli di emergenza (il tutto è avvenuto in fase di atterraggio)....
Per dirla in "italiano corrente" basta fare una "cazzata" per diventare un eroe mediatico! E gli esempi si potrebbero moltiplicare all'infinito.
Ne deriva che, di fatto, si scatena una specie di gara a chi la fa più grossa, perchè tanto più è clamorosa la "cazzata", tanto più è probabile che ne derivi una adeguata notorietà.
Con un effetto "emulazione" pericolosissimo.
Del resto che la nostra società fosse già malata di trasgressivismo lo si era capito da tempo, anche senza gli effetti di moltiplicazione esponenziale derivanti da You Tube e compagnia bella: quanto son belli gli "outing" più clamorosi..."diverso" è bello (in qualsiasi campo, ormai), mentre rimanere in linea con la natura dell'essere umano è out (ed il discorso non è riferito e/o limitato alle sole scelte sessuali).
E' ovvio che il mondo smaterializzato di internet rende tutto ciò assolutamente più facile (anche vendersi per una ricarica telefonica, ad esempio!)
Ed ogni ulteriore passo in avanti sembra  possibile...
Il problema vero, però, è che viviamo ancora in un mondo "reale", ma sempre più ce ne stiamo dimenticando, immergendoci quotidianamente e lungamente nel mondo virtuale.
Internet non solo è la più grande cassa di risonanza esistente: sta ormai diventando un acceleratore di particelle a ruota libera...senza alcun controllo...però quelle singole particelle siamo ognuno di noi...e come tutte le particelle accelerate il relativo comportamento tende ad impazzire.
Forse sarebbe il caso di rallentare un attimo, prima che sia troppo tardi!

Italia, sud, sviluppo

venerdì 27 agosto 2010, 17.08.28 | danielechiezzi
Per il secondo anno consecutivo le mie vacanze estive si sono alternate tra Calabria e Sicilia...
Anche questo anno mi sono divertito, tra le altre cose, a fare un mini sondaggio: "Ponte sullo Stretto si o no?"
Ed ho avuto la conferma di quanto percepito lo scorso anno: i Siciliani sono assai più favorevoli al Ponte di quanto lo siano i Calabresi...
A dire il vero questa sensazione l'ho percepita in generale in tema di "sviluppo del Sud": i Siciliani sono molto più disponibili allo sviluppo in genere ed al turismo in particolare; diverso è anche l'approccio verso il turista.
La Sicilia del Barocco (la zona da me visitata quest'anno, con puntatina (faticosa) ad Agrigento (Valle dei Templi, meravigliosa!) ha veramente tutto per accogliere il turista ed in primo luogo la naturale predisposizione della sua gente (Modica in testa!).
E la Sicilia (come del resto tutto il Sud) ha veramente bisogno di svluppo.
E sviluppo significa (inevitabilmente, con buona pace dei Verdi e dei "No qualsiasi cosa"!) strade di asfalto e di ferro, con ponti, gallerie e cavalcavia (che toglierebbero inquinamento, perchè oggi ci sono ingorghi sulle modestissime arterie esistenti!).
Messina ha impellente bisogno del Ponte: oggi (lo scorso anno no) si paga anche una eco tassa di transito (ovviamente "anda e rianda", dunque doppia!) al Comune, perchè la città è devastata dal transito veicolare (soprattutto dei TIR) che inevitabilmente la attraversano lungo un complesso percorso a serpentina per giungere dal  od andare in Continente. Il Ponte ovvierebbe in primo luogo anche a ciò (introducendo ad un nuovo tratto autostradale ben fuori Messina)...
Le linee ferroviarie siciliane sono rimaste più o meno quelle (soprattutto sul versante ionico, mentre poco conosco la zona da Messina a Palermo) che servivano i treni a vapore (ed infatti non sono elettrificate ed hanno un solo binario ambivalente).
L'autostrada Messina Catania ha notevoli segni del tempo (ed anche scarsa manutenzione), mentre un piccolo passo avanti si è fatto con il completamento della Catania-Siracusa (non ho ben capito, ma forse è una superstrada che però è meglio dell'autostrada predetta), mentre dopo Noto addio alla Siracusa-Gela (mi pare che il progetto risalga a qualche decennio fa, ma nessuna traccia di lavori!) e tagliare da Catania verso Agrigento significa...mettersi in pace con l'orologio ed armarsi di molta pazienza!

Realizzare il Ponte significherebbe dare un notevole impulso alla Sicilia, ma anche il completamento della Salerno-Reggio Calabria (il primo tratto di cento chilometri è quasi a posto, così come iniziano ad esserci diversi tratti nuovi anche più avanti, ma in alternanza a zone di lavori infiniti o di lavori neppure progettati e dunque con bruschi passaggi tra tratti nuovi e vecchi); inoltre significherebbe inevitabilmente linea ferroviaria veloce (oggi, superato il romanzo Cristo di è fermato ad Eboli, si può affermare che il vero treno si ferma a Salerno!).
Ma molto altro vi è da fare, soprattutto in Calabria, dove la pianificazione appare particolarmente arretrata e tutti i tentativi di opere infrastrutturali appaiono incredibilmente interrotti (quale esempio ben si può citare il porto di Corigliano Calabro, teoricamente importante per la sua posizione nell'alto Ionio, ma mai decollato, nè per usi industriali, nè per quelli commerciali e tanto meno per finalità turistiche).
Ogni anno, poi, i giornali riportano tristi cronache di malasanità calabrese, con alti costi sociali ed ulteriore freno allo sviluppo.
Dunque sviluppo per tutto il Sud. Che poi significherebbe progresso per il Paese nella sua integralità, perchè non possiamo continuare a procedere a due velocità...
Ma deve essere il Sud, in primo luogo, a volere il proprio sviluppo. E non mi pare - per avere esperienza ventennale di turista in Calabria e di professionista in giro per l'Italia - che tale esigenza sia unanimemente condivisa a casa loro... 
Si inizi intanto a far pagare il pedaggio in qualche tratto (nuovo) della Salerno-Reggio Calabria (nel resto d'Italia paghiamo il pedaggio autotradale!), per racimolare risorse da reinvestire subito per far progredire le grandi opere al Sud...perchè anche tale mancanza di pagamento è il segno di una mancanza di volontà!