un piccolo grande voto che conta assai di più
Oggi tutti a parlare del 7 a 6 per il centrosinistra che in realtà è una batosta per Bersani and co.
Il dato di partenza era infatti 11 a 2 ed il resto sono chiacchiere (ogni elezione si deve valutare con la precedente omologa, non con altre tornate elettorali).
Ma non è questo che focalizza la mia attenzione.
Il mio pensiero va tutto alla Provincia de L'Aquila.
Siamo stati - per diversi fine settimana - sommersi mediaticamente dalla "protesta delle carriole", con tanto di vescovo tra le macerie a tirar su calcinacci (secondo qualcuno alla fine queste elezioni le avrebbe vinte la Chiesa con l'ultima uscita antiabortista)...
Ebbene il dato provinciale de L'Aquila è il vero fulcro di queste elezioni.
A dispetto delle notizie diffuse negli ultimi tempi dal Capoluogo abruzzese, con abile risalto mediatico (gli abitanti in rivolta contro il Governo), la realtà dei numeri post-elettorali dimostra esattamente l'opposto!
Gli abitanti - sfortunati quanto laboriosi e dignitosi - di quelle zone terremotate hanno fornito una serie di risposte "esemplari" sul dire e sul fare in Italia.
Ebbene il vero referendum pro Berlusconi si è svolto lì! E Berlusconi lo ha vinto...
In controtendenza con tutto il Paese e nonostante le evidenti difficoltà logistiche ivi è aumentata la partecipazione al voto.
E la gente è palesemente andata a votare con l'intenzione di ringraziare Berlusconi, la Protezione Civile e tutto il Governo del fare perchè - dunque - nonostante il tentativo di molti di far apparire il contrario, ivi quello che poteva e doveva essere fatto nel primo anno (anzi qualcosa meno) post terremoto è stato fatto!
Questa è la vera prova di capacità di governo. Al di là di qualsiasi mistificazione mediatica.
E lo dimostrano, poi, a "corollario", il voto della Campania (Berlusconi arrivò e risolse il problema "munnezza") ed il voto delle regioni amministrate dal centrodestra, che si consolidano confermando il buon governo locale.
Tutto questo ancora non viene puntualmente compreso (ma segnali incoraggianti ci sono tanto in Emilia quanto nelle Marche ed in Umbria) dove il tasso di radicamento alle vecchie ideologie è ancora prevalente sul raziocinio.
Per la mia cara Toscana è dovuto un discorso a parte: purtroppo è destinata a "sprofondare" nell'arretratezza perchè troppo legata al suo apparato partitocratico di stampo post-sovietico...
Ed io, come ho già detto altre volte, mi candido a fare, prima o poi, il custode della futura "Riserva Indiana"...
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