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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

giovedì 8 dicembre 2011

Avvocato: una professione alla deriva!

giovedì 2 settembre 2010, 10.24.40 | danielechiezzi
Nel forum del sito UCPI è stata lanciata (anonimamente, chissà perchè...) la lamentela contro gli avvocati che approfittano, nelle aule penali, dell'assenza del difensore risultante in atti - può essere sia quello designato d'ufficio, sia un altro nominato di fiducia dall'imputato - per farsi avanti e subentrare nella difesa come immediatamente reperibili (quando non riescano addirittura a farsi nominare di fiducia), soprattutto nelle aule ove si tengono le direttissime (cioè i processi che si tengono subito a seguito degli arresti in flagranza di reato) e, quindi, nelle situazioni più delicate (imputato in stato di detenzione, difesa da approntare e definire in pochi attimi, con scelte processuali da esercitare subito)!
Il problema è serio e ne ho subito preso spunto per aprire su Facebook un gruppo intitolato: "Abbandono di difesa:denegata giustizia".
Perchè in effetti nessun processo potrà definirsi giusto, a prescindere dalle regole rituali (comunque fondamentali) e, addirittura, anche in caso di introduzione della auspicata separazione delle carriere tra giudici e PPMM (imprescindibile!), in assenza di una effettività della difesa affidata ad un avvocato.
Ho fatto l'esempio del triangolo isoscele che rappresenta la raffigurazione ideale del perfetto processo penale (e a dire il vero di qualsiasi giudizio): al centro e dunque sul vertice in alto si posiziona il giudice, alla base ad ai due angoli laterali si pongono a sinistra il PM ed a destra il difensore (sono le normali posizioni in aula, viste dalla base), con equisistanza dal giudice. Nel caso di abbandono di difesa l'angolo affidato all'avvocato si smussa, si ritrae, diventa una linea curva, non più capace di "pungere" (e dunque incapace di incidere sulla decisione del giudice)...si perde la possibilità di fornire al giudice una reale contrapposizione rispetto alla tesi accusatoria.
Ma questa punta dell'iceberg della decadenza professionale inizia a trovare compiuta spiegazione negli ultimi dati reddituali appena pubblicati sul Sole 24 Ore (in data 25.08.2010):
reddito medio professionale IRPEF per l'anno 2008 51.314 idem per l'anno 2009 50.351
reddito medio professionale IVA       per l'anno 2008 75.647 idem per l'anno 2009 76.012
contributo previdenziale medio          per l'anno 2008  5.848  idem per l'anno 2009   6.231
pensione media                                   per l'anno 2008 30.557 idem per l'anno 2009 23.843
da segnalare che dall'anno 2010 il contributo previdenziale è aumentato in misura considerevole (circa il 25%) mentre i parametri pensionistici sono variati al ribasso.
In sintesi (ed immagino per l'anno 2010 un ulteriore decremento dei redditi IRPEF a fronte di un incremento di tutti i costi professionali, mentre stanno per giungere sul mercato i "soliti" 10 o 15 mila nuovi avvocati, anche se sul versante opposto iniziano ad arrivare un po' ovunque le prime cancellazioni volontarie dall'albo da parte di giovani avvocati): è evidente il processo di proletarizzazione dell'avvocato, con l'ulteriore caratteristica dell'assoluta precarietà professionale di moltissimi di coloro che si sono iscritti all'albo nell'ultimo decennio.
Intanto la nuova legge professionale forense sembra finita definitivamente nel cestino...
Rimanere nello stato attuale delle cose significa in primo luogo indebolire uno dei due pilastri del "Giusto Processo", inevitabilmente basato sulla parità di due parti contrapposte: ugualmente forti dinanzi ad un giudice terzo.
Significa, in buona sostanza, rinunciare ad una vera giustizia!

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