Oggi sul banco degli imputati c'è Feltri.
Già, perchè i processi che contano sono quelli che si fanno sulla stampa "che conta", mentre tutto il resto (compresi i processi veri nelle aule di giustizia?) è superfluo, irrilevante, persino dannoso, secondo un certo modo di pensare (e cioè il solito "politicamente corretto").
A me, in queste, cose piace giocare il più "scorretto" possibile (dunque in controtendenza), risalire la corrente, dare persino le capocciate nel muro, spaccarmi la testa, ma mai abbassarla.
E dunque (e non è la prima volta) sto con Feltri ed Il Giornale!
Mi vanto di non aver mai votato DC, PCI, PSI, così come non ho mai votato Forza Italia e tutto ciò che dalla sua creazione si è collocato alla sua sinistra.
In gioventù ho apprezzato l'unione PLI-PRI, ma non erano maturi i tempi.
Ho convintamente sposato il progetto AN con la gioia di veder tramontare l'MSI e credendo di veder nascere un partito moderno di destra.
Ho sempre auspicato un bipartitismo vero all'americana ed ho dunque gioito quando sono nati il PD ed il PDL, sperando che ciò avrebbe spazzato via tutto il resto, collocando inesorabilmente dentro le due nuove macroaree tutta la politica del fare, facendo precipitare nel nulla la politica dell'avere, inevitabilmente collegata al concetto (ed al proposito) del non fare.
La prima mossa sbagliata l'ha fatta Veltroni, consentendo all'antipolitico Di Pietro di fagocitare, come il miglior parassita, buona parte del suo fianco sinistro.
Oggi ci si mette Fini (lasciamo perdere Casini, che è storia fritta e rifritta!), con una scelta personale valutabile come qualcosa che si pone assolutamente sul versante antitetico rispetto alla politica del fare. Se c'è uno sfascismo, oggi, non è quello di Feltri, ma quello di Fini.
Il percorso del Presidente della Camera (porterà mica "male" quello scranno? Visti i precedenti...) è tragitto suo, non del suo partito.
Le idee che ultimamente divulga non sono le idee di un moderno e vincente modello di destra moderata, bensì idee clamorosamente perdenti di una vecchia politica di sinistra.
Non uno degli elettori di AN può condividerle, non uno degli attuali (e maggioritari) elettori del PDL e del centrodestra.
Con il suo pensiero attuale Fini può forse ambire a qualche voto degli indecisi di sinistra dell'UDC o degli spaesati elettori del PD, arrancando dunque in un marginale contesto di opposizione.
I suoi fedelissimi - pochi, per fortuna - non sono uomini del centrodestra, non sono uomini di governo, bensì semplici servitori del principe prescelto (o semplici prescelti dal principe, cui debbono personale devozione!), perchè non mantengono l'impegno assunto solennemente con la formazione del PDL prima e con la tornata elettorale poi.
Io - già elettore di AN prima e del PDL poi - mai voterò le attuali idee di Fini e come me nessun altro elettore del PDL e del Centrodestra nel suo complesso.
Non sono io a cambiare i miei principi, le mie idee fondanti e prevalenti: è qualcun altro ad aver rinnegato (ed in brevissimo tempo) se stesso.
Il PDL ed il popolo di governo resisteranno ben oltre il triplice salto mortale - verso la gabbia delle belve feroci - effettuato da Fini. E soprattutto resisterà ben oltre la sua carriera politica!
Nessun commento:
Posta un commento
I commenti sono comunque filtrati