...notizie delle ultime ore ci dicono che abbiamo un Parlamento bloccato per colpa della "solita" indagine: Pecorella "non può" essere eletto alla Consulta perchè indagato per "favoreggiamento" di un suo cliente (Delfo Zorzi, nella vicenda riguardante la strage di Brescia) e dunque, a catena, non si può trovare l'accordo sull'elezione del presidente della Vigilanza Rai, il Parlamento "sospende" tutte le sue attività "ad oltranza" e così via...
...la domanda sorge "spontanea": chi è che, a questo punto, in Italia, ha un tal potere da sfuggire a qualsiasi regola di "controllo circolare" tra i poteri?
Più o meno tutti (in questi tempi di riforme accennate, desiderate, sbandierate, contestate, ecc., ecc.,...) richiamano i principi che dettarono - nelle menti e nei cuori dei Padri costituenti - le norme della Costituzione repubblicana...
In quei principi - allora, mi domando io! - aveva o no una sua collocazione precisa, a fronte di un modello di "autogoverno della magistratura" l'immunità parlamentare???
Oggi sembra un tabu', ma nella prima versione della nostra Carta fondamentale l'immunità c'era e la magistratura in quel momento era pure ben lontana dal fare politica....
Oggi l'immunità non c'è più e la magistratura fa politica: mi pare che i piatti della bilancia siano collocati su piani ben distanti l'uno dall'altro e ciò non rappresenta nè una buona base per una buona giustizia, nè una buona base per una buona politica!
La giustizia (rectius: l'amministrazione della giustizia) ha il fucile puntato e la politica è sempre e costantemente nel mirino...
Riflettiamoci: magari potremmo chiedere consiglio ad Andreotti, l'unico che ha attraversato il confine schivando le tante fucilate sparate dai cecchini...
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