15/10/08 ORE 19 ECCO LA NUOVA CONVOCAZIONE PRESSO IL CNF, AL SEGUENTE INDIRIZZO:
ULTIM'ORA (14 ottobre 2008 ore 21 circa): IN COMMISSIONE ANCHE LA PDL "C. 1447 CAVALLARO"
Dal sito della Camera rilevo che (in data 9 u.s.) è stato assegnato alla Commissione Giustizia anche il ddl Cavallaro e ne è disponibile il testo on line....
Ho dato una lettura veloce: sostanziale identità con la Pecorella (C. 1004) tranne un punto qualificante: l'esame di abilitazione!
Nella pdl Cavallaro scompare la preselezione informatica, ma l'esame si prevede in sede unica nazionale (Roma) con commissione di 7 persone (tre avvocati due professori e due magistrati); interessante (e più vicina alla mia proposta rispetto a tutte le altre) l'opzione per gli scritti: due prove di cui un atto giudiziario ed un parere, con opzione per il candidato di scegliere sia la materia per la prima prova sia quella per la seconda (ma debbono essere obbligatoriamente diverse le due materie, dunque se si sceglie per la prima prova "civile" necessariamente la seconda dovrà essere o "penale" o "amministrativo")....
per stasera può bastare... (nei link a destra l'accesso diretto al testo parlamentare)
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Ancora mi debbo riprendere...
Ieri, come anticipato, ero a Roma presso il CNF, per osservare da vicino l'iter dei lavori volti a produrre una riforma "condivisa" di ordinamento forense...
E' invece accaduto che si sia verificata una vera e propria spaccatura su uno degli argomenti fondanti: il procedimento disciplinare!
Una vera e propria "levata di scudi" di ordini grossi e piccoli, di segno sostanzialmente contrario allimpostazione data dal CNF e dalle associazioni più rappresentative.
Ma guardiamoci negli occhi: è mai possibile continuare a sostenere che gli eletti possano essere buoni giudici dei loro elettori?
A cosa, se non ad un fermo proposito di mantenere "potere diretto", si deve questa reazione di molti Ordini forensi, che non vogliono toccare (o comunque non vogliono che si tocchi in modo sostanziale) il potere disciplinare nei confronti dei propri iscritti?
Vi tralascio, per "pudore", le argomentazioni a difesa dello status quo...ma non ometto una mia convinta considerazione: spera l'avvocatura italiana di poter assumere un atteggiamento "corporativo" per difendere proprie prerogative quando la riforma procederà in Parlamento? Se lo scordi e pensi ad altro!
La riforma dell'Ordinamento forense è un pezzo necessario per giungere al triangolo equilatero in qualsiasi processo: parti (tutte) sullo stesso livello ed equidistanti dal giudice; quest'ultimo "libero" di decidere secondo il risultato processuale. Dunque un pezzo delle riforme necessarie per i cittadini e non una riforma per gli avvocati!
Per adesso è probabile una nuova riunione di tutte le componenti dell'avvocatura, presso il CNF, per sabato 25 p.v.; mi auguro che per allora tutti siano più consapevoli che proporre una "riformicchia" o una riforma "di facciata" sia in primo luogo controproducente proprio per i proponenti, che darebbero pessima immagine di sè, ponendo le fondamenta per una riforma "governata" da altri: necessariamente superando l'incapacità di una inevitabile autocritica dello status quo!
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