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Avvocato, ora anche consigliere comunale di opposizione a Montepulciano, con la lista civica "Daniele Chiezzi per Montepulciano". Che ancora, nonostante tutto, ci crede. E lo esprime come può, con i propri limitatissimi mezzi, cercando di dare voce anche agli altri, ad iniziare da questo blog. Il motto: non esiste attività umana in grado di affermare giustizia assoluta...ma almeno cerchiamo di migliorarla il più possibile!

lunedì 5 dicembre 2011

sabato 25 aprile 2009, 14.14.59 | danielechiezzi
Ho appena letto, con non poco sgomento, la notizia sulla decisione del Tribunale di Venezia di sollevare questione di costituzionalità sugli articoli del codice civile che impediscono il matrimonio tra due persone dello stesso sesso; ciò ritenendo, quindi, la compatibilità costituzionale dei matrimoni omosessuali.
Premesso che ben diverso profilo è la liceità del rapporto omosessuale (questo certamente garantito dall'art. 3 della Costituzione), il problema qui in esame è sostanzialmente riferibile alla portata del primo comma dell'Art. 29 della Costituzione, che recita:
"La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio"
E' di tutta evidenza che la Costituzione si occupi di tutelare particolarmente "la famiglia" che è cosa ben diversa dalla coppia e per di più riferisce le proprie attenzioni a tale nucleo fondamentale definendolo "società naturale fondata sul matrimonio".
La "famiglia naturale" è per definizione l'insieme di persone formato da un padre, una madre e la relativa prole.
Ebbene: la società naturale fondata sul matrimonio ha inevitabilmente in nuce il concetto di "generazione", perchè la specie umana, dalla sua origine ad oggi, ha potuto preservarsi al mondo (come del resto le altre speci animali sessuate) riproducendosi di generazione in generazione.
Il matrimonio, dunque, per stessa indicazione costituzionale, è istituto finalizzato a tutelare la famiglia e come tale destinato ad essere salvaguardato come nucleo fondante dell'ordinamento.
Da decenni è in corso il dibattito sulla inevitabile "decadenza" di una Nazione destinata all'invecchiamento progressivo della popolazione e, conseguentemente, destinata ad un decremento numerico, per l'inevitabile saldo progressivamente negativo tra nascite e morti per periodo.
Se vogliamo garantire un futuro ai nostri figli è ancora più necessario salvaguardare, come baluardo insostituibile, il concetto di famiglia proprio come enucleato ed inquadrato dall'articolo 29 della Costituzione.
Ed è quindi inammissibile cedere a forme incredibili di "giurisprudenza creativa", indotte - come altre manifestazioni umane - da un eccesso di garantismo delle minoranze; queste ultime ormai capaci di condizionare il libero pensiero ed il libero comportamento in maniera ben più ficcante di quello che è consentito - come dovrebbe essere secondo regole democratiche - alle ben più ampie maggioranze (sia pur troppo spesso silenti) della popolazione.
La libertà personale è un conto, ma la pretesa di diritti oltre i limiti della Costituzione è ben altra cosa e, come tale, deve essere fermamente avversata.

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