una "strana professione": l'avvocato!
Mentre è ripreso l'iter parlamentare della riforma dell'Ordinamento Forense - martedì primo febbraio la seconsa seduta in Commissione Giustizia alla Camera, ove saranno illustrati i ddl presentati alla Camera ed ora affiancati nell'esame unitamente al testo pervenuto, come approvato in prima lettura, dal Senato - è necessaria qualche piccola riflessione a latere.
Lo spunto da due recenti articoli sul Sole 24 ore:
il primo titolato: "Non è reato spingere il cliente fuori dallo studio professionale"
C'è voluta una sentenza della Cassazione - Sesta Sezione Penale n. 3014/11 depositata il 27.01.11 - per annullare un duplice condanna ad un avvocato, condannato per esercizio arbitrario delle proprie ragioni, per aver dovuto fisicamente accompagnare fuori una cliente che non voleva allontanarsi.
La Cassazione ha annullato ricordando lo jus excludendi, applicabile poichè lo studio privato non è luogo indiscriminatamente aperto al pubblico, rimanendo soltanto da verificare (da ciò il rinvio in appello) la proporzionalità dei mezzi usati per l'esercizio del relativo diritto, per evitare di cadere in un "eccesso colposo", eventualmente punibile (ad es. per lesioni provocate per colpa).
Tale vicenda, in fatto e per il suo iter processuale (doppia condanna in primo e secondo grado, prima della Cassazione!) è chiaramente esemplificativa della considerazione attuale dell'avvocato...prossima allo zero.
na cliente che pensa di avere il diritto di imporre la sua presenza dentro uno studio di avvocato...giudici di merito (e prima un PM) che considerano pienamente tutelabile il solo fatto di non poter essere fisicamente accompagnati alla porta dal titolare dello studio.
Poi vale la pena di ricordare anche gli avvocati morti di recente perchè uccisi all'interno od in prossimità del proprio studio solo per fatti afferenti al proprio operato professionale...
Il secondo spunto dall'articolo: "Gli avvocati fanno il tifo contro la specializzazione" (nel sole di ieri), ove si narra l'andamento di un convegno tenutosi a Milano nel quale la platea ha applaudito la voce critica di un avvocato austriaco che ha riportato il "no" dei 5.500 legali del suo Paese alla specializzazione (un avvocato ogni 1.550 abitanti, mentre da noi siamo uno ogni 260!).
In tale articolo si ricorda che in Svizzera la specializzazione forense è stata introdotta nel 2007 ed è in piena espansione (con un progetto molto simile a quello del regolamento approvato dal nostro CNF), mentre in Francia, su un numero stabile di circa 50.000 avvocati gli specializzati (la cui figura è stata introdotta da 20 anni!) sarebbero stati 15.000 nel 1998 ed "appena" 13.000 nel 2008, con la precisazione che la figura dello specialista è molto più presente nell'area parigina rispetto a tutto il resto del Paese.
In tale articolo si ricorda che in Svizzera la specializzazione forense è stata introdotta nel 2007 ed è in piena espansione (con un progetto molto simile a quello del regolamento approvato dal nostro CNF), mentre in Francia, su un numero stabile di circa 50.000 avvocati gli specializzati (la cui figura è stata introdotta da 20 anni!) sarebbero stati 15.000 nel 1998 ed "appena" 13.000 nel 2008, con la precisazione che la figura dello specialista è molto più presente nell'area parigina rispetto a tutto il resto del Paese.
In Germania, ove sono previste venti categorie di avvocato specializzato vi sono circa 38.000 specializzati su 153.000 avvocati totali (circa il 25%).
L'articolo, che si mostra contrario alla specializzazione, riporta il fatto che il principale nemico di tale organizzazione professionale sarebbe, soprattutto in Francia, Stati Uniti e Belgio, il "binario parallelo" della pubblicità, che consente di indicare la "prevalente attività" senza richiedere la specializzazione.
Mi pare fin troppo facile replicare che proprio la libertà di scelta sia il cavallo vincente della specializzazione: nessuno è o sarà obbligato. E comuque è proprio l'eliminazione dell'indicazione di una "prevalenza" d'area legale di patrocinio che potrà restituire chiarezza.
Mi pare fin troppo facile replicare che proprio la libertà di scelta sia il cavallo vincente della specializzazione: nessuno è o sarà obbligato. E comuque è proprio l'eliminazione dell'indicazione di una "prevalenza" d'area legale di patrocinio che potrà restituire chiarezza.
Le due vicende in realtà dimostrano proprio l'esigenza di restituire forza e dignità ad una professione ormai in caduta libera...
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