In balìa delle correnti (ed in piena tempesta)...
La giustizia in Italia non funziona.
Affermazione che credo sia condivisa da tutti.
Nel momento della crisi generale, con rischio "fallimento" dell'intero sistema Paese, quali rimedi ci vengono lanciati? Aumento dei costi per le istanze di giustizia e "deregulation" per la professione di avvocato.
Della serie: vuoi giustizia? Paga (di più) e gioca alla roulette per trovare chi ti deve assistere!
Magnifico: lo Stato si preoccupa di prendere i soldi, ma lascia gli utenti di giustizia nelle "grinfie" del primo stregone di strada!
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Magnifico: lo Stato si preoccupa di prendere i soldi, ma lascia gli utenti di giustizia nelle "grinfie" del primo stregone di strada!
Per fortuna per una volta (ma basterà?) gli avvocati parlamentari di maggioranza (e queli di opposizione a parti invertite avrebbero fatto lo stesso?) hanno minacciato di far fallire l'Italia, piuttosto che accettare un colpo di spugna sulla professione di avvocato; che poi significava un notevole abbassamento delle garanzie professionali di ciascun iscritto all'Albo.
Tutti concordano che gli avvocati siano troppi in Italia (se ne lamentava Calamandrei nel 1921, quando non erano 10.000, oggi siamo 230.000!)...vi pare possibile, quale rimedio, farli diventare, per decreto, subito oltre 300.000 (senza alcuna verifica di capacità e preparazione)?
Ci vuole la scure Signori, altro che il "Tana libera tutti".
E la scure deve essere di tipo deontologico, perchè non è possibile vedere in giro avvocati titolati (e ce ne sono, Vi assicuro!) che non conoscono l'ABC delle regole comportamentali (rapporti con clienti e colleghi, prima di tutto, ma anche con i gudici ed il personale giudiziario in genere) ed affrontano la difesa dei propri clienti con scarsa preparazione generale (conoscenza delle regole processuali) e specifica (studio e preparazione del caso in questione).
Siamo dunque veramente in mezzo al mare, un mare burrascoso, dove le correnti spingono in tutte le direzioni, con il risultato di rendere immobile la nave, ma sempre più oscillante e dunque sempre più prossima al rischio di rovesciarsi da un momento all'altro.
Infatti in contrapposizione al colpo di spugna tentato con il decreto Tremonti (ma di chi sarà stata la "manina" che aveva introdotto l'art. 39 bis?) riprende mercoledì in Commissione Giustizia alla Camera l'esame del ddl 3900 di riforma dell'Ordinamento Forense (già approvato dal Senato), ma con l'annunciata ostruzione del PD, che ha già chiesto una dettagliata disamina di tutte le questioni, nella chiara speranza che finisca la legislatura senza l'approvazione della riforma.
In Italia il sistema gattopardesco è sempre quello più in auge: cambiare apparentemente tutto per non cambiare assolutamente niente in concreto.
Ma un Paese dove la Giustizia non funziona è sempre più un Paese nel caos, nell'anarchia di fatto, dove le libertà si trasformano in arbìtri singoli e collettivi, con inevitabili "regolamenti" delle controversie per vie sommarie, inique se non, direttamente, illecite ed illegali.
Siamo ormai agli ultimissimi avvisi ai naviganti, perchè si rischia il naufragio...
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